Non è facile fare chiarezza sul 5G e sui tanti temi delicati che circondano questa nuova tecnologia. La disinformazione è tanta e in alcuni casi si fa leva proprio sull’ignoranza dell’utente medio per lanciare allarmi senza avere alcun supporto da parte della comunità scientifica.

I colleghi di Key4Biz hanno parlato con Nicola Blefari Melazzi, direttore generale del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), che nel mese di dicembre organizzerà la seconda edizione del 5G Italy presso il CNR di Roma.

Nel corso dell’intervista il direttore ha ribadito il concetto che sta alla base della tecnologia 5G, ma anche della tecnologia cellulare in generale. Un maggior numero di antenne consente di ridurre le emissioni e di migliorare la copertura e la capacità complessiva della Rete.

L’esempio utilizzato per chiarire le cose anche ai più scettici, o ai male informati è molto semplice; Immaginate di voler illuminare tutta l’Italia con una sola lampadina, posta a Roma. Dovrete trovare una lampada gigante, con una fortissima emissione luminosa, in modo da arrivare in Valle d’Aosta e in Puglia o Sicilia.

Installando migliaia di piccole lampadine, decisamente meno luminose, l’emissione di ciascuna di esse sarà inferiore. Lo stesso principio vale per le onde elettromagnetiche, ed è per questo che invece di vietare la creazione di nuovi siti i Comuni, secondo Melazzi, dovrebbero favorire nuovi impianti, magari cercando di far collaborare i vari gestori per installare le rispettive antenne negli stessi siti.

Il maggior numero di antenne 5G giova anche alla velocità di trasmissione e alla copertura. Se ci fosse una sola immensa cella, con una emissione elevatissima, tutti gli italiani passerebbero per la medesima linea telefonica. Un milione di celle vorrebbe dire un milione di linee telefoniche, quindi una minor congestione e una maggiore capacità complessiva dell’intera rete nazionale.

Ovviamente un maggior numero di celle significa maggiori costi per gli operatori e tempi più lunghi per la copertura nazionale, ma l’alternativa sarebbe quella di innalzare le soglie di trasmissione, e su questo il Governo è stato chiaro, bloccando i limiti delle emissioni.

Quello che serve è dunque una maggiore informazione ai cittadini, che non conoscono il funzionamento di una rete cellulare e non sanno a chi credere, lasciando spazio a gruppi che si preoccupano solo di diffondere false informazioni e creare allarmismi. Melazzi ci ricorda infine come anche i telefoni cellulari che abbiamo in tasca sono dei trasmettitori e quanto più lontane sono le antenne da raggiungere, tanto maggiore sarà l’emissione elettromagnetica.