Boot to Gecko è un sistema operativo che, sin dal principio, ha suscitato molto interesse sia nella stampa che negli utenti. Un sistema realmente open source, con uno sviluppo più simile a quello di Linux che a quello di Android, con un ecosistema totalmente aperto e basato sulle applicazioni web, ha da subito fatto gola a molti. I dettagli sul sistema operativo erano pochi, ed ancor meno erano le notizie sui piani di Mozilla per il rilascio del sistema operativo completo e per la commercializzazione dei primi prodotti.

Mozilla ha annunciato che Boot to Gecko cambierà nome in Firefox OS e ha cominciato a diffondere i primi dettagli sui partner coinvolti. La scelta del nome è forse un po’ infelice, ma punta molto sul marchio Firefox già noto e ben consolidato. Mozilla ha fatto le cose in grande e ha raccolto consensi tra alcuni dei maggiori esponenti del mondo mobile: Deutsche Telekom, Etisalat, Smart, Sprint, Telecom Italia, Telefónica e Telenor (la compagnia madre di Opera) appoggeranno il sistema operativo di Mozilla, ma saranno ZTE e TCL Communications Technology (Alcatel One Touch) a produrre i dispositivi.

Firefox OS sfrutterà i processori Qualcomm Snapdragon, anche se non si sa quale generazione sarà impiegata. Potrebbero essere sia i vetusti S2 che i nuovissimi S4 a dare la potenza di calcolo necessaria a far girare le applicazioni HTML5 sui dispositivi. La scelta dei processori Qualcomm è probabilmente dovuta all’ottimizzazione delle prestazioni del rendering delle pagine web.

Firefox OS è – come già detto – completamente open source, e si basa sullo stesso kernel Linux modificato adottato da Android: la compatibilità a livello hardware è dunque la stessa di Android, senza necessità di scrivere nuovi driver. La struttura del sistema operativo è molto semplice: sopra al kernel Android è presente un layer di astrazione dell’hardware (HAL, hardware abstraction layer) chiamato Gonk, al di sopra del quale sta il motore di rendering Gecko che fa funzionare le applicazioni e l’interfaccia utente, chiamata Gaia.

Il Brasile sarà il primo Paese dove saranno commercializzati i dispositivi con Firefox OS, nei primi mesi del 2013. Sarà Telefónica con il suo brand Vivo ad offrire i primi dispositivi, con gli altri Paesi a seguire. Il fatto che si cominci da un Paese in via di sviluppo con la media della popolazione di certo non ricca è indicativo sul prezzo che gli smartphone con Firefox OS avranno.

Mozilla sta inoltre pubblicizzando molto le possibilità di personalizzazione della propria piattaforma, dovute all’assenza di tutti i middleware normalmente presenti sugli smartphone. Si può dire che stia riscuotendo un discreto successo. Proprio l’assenza di middleware permette alla piattaforma di essere molto prestante anche su hardware di fascia bassa, così che sia possibile “offrire esperienza più ricche in una fascia di prezzo che punta alla fascia bassa degli smartphone, che aiuta a guidare la diffusione nei mercati in sviluppo”.

Già Android si difende molto bene nella fascia bassa degli smartphone, che è poi quella che più vende e provoca la diffusione della piattaforma. Saprà Firefox OS dire la sua? Sicuramente sì. E visto che Telecom Italia è tra i partner, non dubitiamo che saprà dire qualcosa anche in italiano.