Non è la prima volta che Google e l’Unione Europea arrivano ai ferri corti, ma questa settimana il colosso di Mountain View si trova a difendersi da una multa da 4.3 miliardi di euro risalente a una causa del 2018. L’azienda, secondo la Commissione Europea, avrebbe abusato della sua posizione dominante in quanto il Mobile Application Distribution Agreements (MADAs) obbligherebbe i produttori di smartphone Android (OEM) a pre-installare Google Chrome e l’App Google in cambio della licenza gratuita di Google Play.

Google difende gli accordi con gli OEM

Alfonso Lamadrid, l’avvocato incaricato da Google per difendere l’azienda dalla causa, afferma che “questo modello di licenza è ciò che ha attratto gli OEM verso la piattaforma Android e ciò che ha consentito a tali OEM di offrire un’esperienza utente coerente e di alta qualità al prezzo più basso possibile. Le persone utilizzano Google perché scelgono di farlo, non perché sono obbligate.” Ovviamente non è dello stesso parere Carlos Urraca Caviedes, il legale della Commissione, che sottolinea come in realtà questo accordo abbia “aiutato Google a garantire che i suoi concorrenti non sfidassero il suo dominio.” Inoltre, secondo Caviedes, quanto fatto da Google “va oltre quello che sarebbe necessario per sviluppare e mantenere la piattaforma Android.”

Insomma, è chiaro che Google e la Commissione europea hanno due visioni completamente differenti dell’accordo tra l’azienda e le aziende produttrici di dispositivi Android. Il verdetto è atteso per l’anno prossimo.

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