Quando mancano poche ore all’evento di presentazione ufficiale dei nuovi iPhone 13 di Apple (cliccate su questo link per seguirlo in nostra compagnia), è stato pubblicato un nuovo report di Consumer Intelligence Research Partners (CIRP) che mette a confronto i mondi Android e iPhone in riferimento ad un quesito ben preciso: “che cosa succede ai vecchi smartphone?“.

Come avete letto nel titolo, lo studio (che, va premesso, prende in considerazione il mercato statunitense) rivela che i possessori di iPhone hanno una maggiore tendenza a rivendere i propri vecchi smartphone rispetto ai possessori di dispositivi Android, ma vediamo qualche dettaglio in più.

Vecchi Android vs vecchi iPhone: come si comportano gli utenti

Stando a quanto emerso dalle ricerche condotte, il CIRP ha riscontrato che gli iPhone usati vengono trovati generalmente in condizioni migliori rispetto alle controparti Android. Per esempio, un percentuale superiore al 65% degli iPhone usati per 12 mesi vengono trovati con il display in buone condizioni, mentre guardando in casa Android la percentuale scende al 60%.

A dirla tutta, la situazione si ribalta quando si prende in considerazione lo stato della batteria: dopo un anno, soltanto il 23% degli utenti iPhone riportano una durata della batteria di almeno un giorno intero senza ricariche nel corso della giornata; tra i possessori di smartphone Android questa percentuale sale al 30%.

Un altro dato interessante che si legge nel report tocca l’aspetto della durabilità degli smartphone nel tempo: il numero di quelli divenuti inutilizzabili dopo un solo anno è particolarmente basso. Sia in ambito Android che in casa Apple, meno del 10% degli utenti hanno reso i propri smartphone del tutto inservibili dopo un anno, mentre meno del 20% hanno segnalato un drastico calo di durata della batteria. Il fatto che gli smartphone moderni siano generalmente molto resistenti – si legge nel report del CIRP – ne allungato il ciclo di vita utile, pertanto gli utenti sono soliti tenerli più a lungo prima di passare ad un nuovo modello. Ecco quanto si legge nel report:

«La maggior parte degli smartphone cambiati sono in buone condizioni, con display utilizzabili e batterie che durano per tutto un giorno o quasi. In conseguenza di ciò, molti smartphone usati vengono venduti oppure dati in permuta, oppure passati ad amici o altri membri della famiglia, o ancora messi da parte per un utilizzo futuro».

Il punto successivo del report prende in esame il comportamento degli utenti con il proprio smartphone nel momento dell’upgrade ad un nuovo modello. Stando a quanto riporta il CIRP, la percentuale degli utenti di iPhone e Android che vendono i propri smartphone usati è piuttosto bassa: nel complesso, parliamo di meno del 10%.

A questo punto, però, i due mondi si differenziano nettamente: mentre una netta maggioranza di utenti Android tengono i propri smartphone vecchi, quasi il 30% dei possessori di iPhone tendono a darli via nell’ambito di programmi trade-in, così da abbassare un po’ il prezzo del nuovo modello acquistato.

A tal riguardo viene fatto notare come Apple abbia storicamente spinto parecchio sul proprio iPhone Upgrade Program. A questo si deve aggiungere un’altra considerazione importante, che rende conto di una differenza di comportamento così marcata tra gli utenti di un sistema operativo e quelli dell’altro: anche altri rivenditori, vari operatori telefonici e finanche gli stessi produttori di smartphone Android curano dei programmi di trade-in e, in linea di massima, per gli iPhone usati viene offerta una valutazione significativamente più alta rispetto a quella dei concorrenti Android (persino quando gli iPhone appartengono a generazioni precedenti rispetto agli smartphone Android accettati).

Insomma, piuttosto che accettare simili (s)valutazioni, i possessori di smartphone Android spesso preferiscono venderli per conto proprio, tenerli in famiglia o addirittura lasciarli a prendere polvere in un cassetto (non esattamente un comportamento amico dell’ambiente, n.d.r).

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