L’ambiente medico, con particolare riferimento al profilo della comunicazione tra medici e pazienti, potrebbe trarre giovamento dall’introduzione di nuove emoji degli organi del corpo umano. A sostenerlo è Shuhan He, medico di medicina d’urgenza nonché uno dei fautori della proposta di aggiungere le emoji anatomiche di cuore e polmoni umani.

Più emoji mediche per una comunicazione migliore

emoji organi corpo umano

Negli ultimi anni le emoji legate agli ambiti della medicina e della salute – è il caso di stetoscopi, apparecchi acustici, ossa e microbi – si sono fatte strada nello Unicode Standard. In un commento pubblicato sul numero del Journal of the American Medical Association (JAMA) della scorsa settimana, He e i co-autori esprimono l’auspicio che Unicode possa approvare una più ampia varietà di emoji legate alla sfera della salute.

In particolare, si fa riferimento ad emoji che potrebbero trovare utilizzo in contesti medici, come quelle di altri organi del corpo umano – come stomaco, fegato, intestini –, quelle di dispositivi medici come sacche per flebo, TAC e confezioni di pillole.

nuove emoji mediche proposte

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In aggiunta a questo, Shuhan He vorrebbe che un maggior numero di professionisti in campo medico spingessero per simili nuove emoji e arrivassero a stabilire uno standard per l’utilizzo delle emoji nella comunicazione medica.

Il medico ha sostenuto il suo punto di vista spiegando che: «Sappiamo che, in medicina, quando i pazienti sentono pronunciare determinate parole, hanno la tendenza a correlarle strettamente con specifiche patologie». Ad esempio, un forte dolore al petto viene spesso descritto dai pazienti come “un elefante seduto sul petto”. «Inoltre chiediamo sempre ai pazienti com’è il dolore che avvertono, se pungente, lancinante, come un intorpidimento o un bruciore. Tutte queste sono emoji che potrebbero essere rappresentate graficamente, anziché tramite la comunicazione verbale».

He prosegue spiegando che immagini in stile emoji trovano già utilizzo in ambito medico. La scala di Wong-Baker è costituita da sei faccine, a cui corrispondono sei diversi gradi di dolore. Inizialmente creata per i bambini, quella scala viene adesso impiegata in numerosi studi medici e ospedali per pazienti di tutte le età. Insomma – sostiene He –, visto che delle faccine in stile smile fanno comunque già parte della comunicazione medica, avrebbe senso sfruttare il linguaggio visivo standardizzato sui telefoni delle persone.

Le possibilità di utilizzo che Shuhan He vede per le emoji in campo medico sono molteplici, a partire dai pazienti che non possano parlare o che non conoscano la lingua inglese, che potrebbero servirsi delle emoji per descrivere i sintomi in maniera comprensibile.

Un’altra situazione piuttosto comune è quella dei pazienti che, pur parlando inglese, non hanno molte conoscenze in materia di salute: attraverso l’utilizzo di un linguaggio visivo standardizzato, sarebbe più facile far capire loro la situazione e far seguire loro delle istruzioni per il trattamento.

Tutto questo senza dimenticare che la crescita esponenziale della telemedicina registrata negli ultimi tempi offrirebbe indubbiamente molte più opportunità al personale sanitario di arricchire le proprie comunicazioni con aiuti visivi.

Emojination e difficoltà di approvazione

Segue poi l’intervento di Jennifer 8. Lee, uno dei co-autori dello studio nonché co-fondatrice di Emojination, un’organizzazione che sostiene un utilizzo più inclusivo e rappresentativo delle emoji. L’organizzazione ha aiutato a sottoporre all’approvazione di Unicode numerose emoji mediche (stetoscopio, goccia di sangue, X-ray e bende adesive).

Lee sostiene che: «L’uso di emoji in medicina è molto interessante, specialmente perché in molti casi la posta in gioco è alta e abbiamo a che fare con pratiche culturali molto forti. Quanto più possiamo spostarci verso un linguaggio visivo universale, tanto meglio sarà nel lungo termine».

Lee, che è anche vice-presidentessa dello Unicode Emoji Subcommittee, sarebbe favorevole all’aggiunta di emoji per altri organi umani importanti, tuttavia sospetta di essere in minoranza su quel fronte. Se cervello, cuore e polmoni hanno ricevuto il via libera, per altri organi potrebbe essere più difficile passare l’approvazione, perché potrebbero risultare meno riconoscibili e comunque di scarso utilizzo. Se le organizzazioni mediche si muovessero per individuare quelle più importanti da aggiungere, ciò potrebbe fare la differenza.

Per quanto le emoji possano non sembrare una priorità in campo medico e al momento siano pochi i medici a sostenere la proposta, He sostiene che tutto quello che migliora la comunicazione tra medici e pazienti sia utile.

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