A distanza di oltre un anno dalla sentenza dell’AGCM, che aveva condannato le principali compagnie telefoniche (Fastweb, TIM, Vodafone e WINDTre) al pagamento di sanzioni per oltre 200 milioni di dollari, è arrivata la sentenza del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio che ha cancellato tali sanzioni.

Rigettate le ipotesi dell’AGCM

La sanzione era stata irrogata in quando l’Autorità riteneva che le compagnie avessero messo in atto un’intesa segreta, complessa e continuativa restrittiva della concorrenza, proponendo aumenti molto simili in occasione del ritorno alla tariffazione mensile.

Secondo il TAR invece la conclusione dell’AGCM è errata, quindi le quattro compagnie non avrebbero di fatto cerato alcun cartello. Sono inoltre state evidenziate alcune irregolarità procedurali da parte dell’Autorità, che avrebbe portato a conclusioni che non possono essere giustificate. Per questo è stata accolta la richiesta degli operatori telefonici italiani e i 228 milioni di euro di multa sono stati cancellati.

Il tribunale ha emesso quattro diverse sentenze, visto che gli operatori avevano presentato ricorso in maniera separata, ma le deduzioni sono state le stesse per ogni sentenza. sono state ritenute fondate le posizioni dei gestori, che ritenevano sproporzionate le sanzioni dell’AGCM, asserivano che i contatti intercorsi non erano finalizzati alla creazione di alcun cartello e che non sarebbero stati presi adeguatamente in considerazione i pareri delle parti coinvolte e quelli dell’AGCOM.

L’Autorità aveva deciso che si fosse creato un cartello osservando come gli aumenti degli operatori, in occasione del ritorno alla fatturazione mensile, fossero stati tutti dell’8,6%, limitando di fatto le possibilità per gli utenti che avessero voluto cambiare operatore. Il TAR ha escluso che gli operatori potessero togliere gli aumento, essendo una decisione che “violava le più elementari regole di buona gestione imprenditoriale“, e un aumento superiore a quello effettuato avrebbe suscitato forti reazioni da parte della politica e dei consumatori.

Il tribunale ha inoltre ritenuto non ammissibile parecchia documentazione antecedente al periodo in cui è stata contestata la violazione, senza comunque riuscire a dimostrare alcuna intesa, e senza fornire evidenze istruttorie adeguate. Le associazioni dei consumatori non hanno tardato a farsi sentire e si dicono amareggiate per una decisione che pesa sui diritti dei consumatori, ancora una volta vittima di decisioni unilaterali.

Tra queste Codici (Centro per i Diritti del Cittadino) ha già annunciato che non è intenzionata a subire passivamente questa decisione, definita “allucinante”, e che intende presentare appello al fine di tutelare i consumatori, beffati da una decisione che va chiaramente a tutelare le compagnie telefoniche.