Google è nuovamente sotto il mirino dell’antitrust per via di una causa intentata da ben 36 stati. Il protagonista della causa è Google Play Store, colpevole di essere l’unico sistema per la gestione dei pagamenti, e le commissioni corrisposte all’azienda da parte degli sviluppatori che, da quanto si apprende, vengono considerati ingiusti al punto tale da soffocare la concorrenza.

Per Google la causa è lontana dai fatti

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La risposta di Google non si è fatta attendere che, tramite Wilson White, il responsabile delle Policy di Google, ha sottolineato quanto in realtà la causa intentata sia miope e lontana dai fatti. Entrando nel merito, per quanto riguarda lo strapotere del Play Store, il colosso di Mountain View sottolinea come tutti gli OEM abbiano la facoltà di vendere smartphone muniti di app store alternativi al Play Store, come ad esempio il Galaxy Store degli smartphone Samsung. Gli utenti, inoltre, sono liberi di effettuare il sideload di applicazioni di terze parti scaricandole dai siti web delle compagnie, come ad esempio avviene per Fortnite, e di utilizzare store alternativi (come AmazonAppstore) nel caso in cui non fossero soddisfatti del Play Store.

Google crede di essere nel giusto anche per quanto riguarda le commissioni richieste agli sviluppatori. Secondo i dati pubblicati dall’azienda, infatti, il 97% degli sviluppatori non paga commissioni e, il restante 3%, è soggetto ad una tariffazione progressiva: il 15% (per guadagni sul primo milione di dollari) e il 30% (per guadagni superiori a 1 milione di dollari).

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Google, infine, chiude la sua risposta in merito alla causa antitrust affermando che: “[…] Android e Google Play offrono un’apertura e una scelta che altre piattaforme semplicemente non offrono. Questa causa non riguarda l’aiuto al piccolo sviluppatore o la protezione dei consumatori. Si tratta di potenziare una manciata di importanti sviluppatori di app che desiderano i vantaggi di Google Play ma senza pagarli. In questo modo si rischia di aumentare i costi per i piccoli sviluppatori, di ostacolare la loro capacità di innovare, competere, e di rendere le app dell’ecosistema Android meno sicure per i consumatori.”

Potete leggere la risposta completa della compagnia di Mountain View a questo link.