Prenderà il via alla mezzanotte tra lunedì 11 e martedì 12 luglio l’edizione 2022 dell’Amazon Prime Day, l’evento annuale dedicato esclusivamente agli iscritti al programma Amazon Prime, che offre numerosi vantaggi agli utenti Amazon più fedeli.

In questi giorni vi abbiamo proposto alcuni contenuti relativi alla storia del Prime Day, sulle tipologie di offerte, ai modi per non perdersi tutte le offerte e ai motivi per cui dovreste rimandare i vostri acquisti di qualche giorno. Oggi invece vogliamo riportarvi alcune curiosità, cinque per la precisione, legate all’evento più importante di Amazon, pensato per celebrare gli iscritti al programma Amazon Prime.

1.  Perché si chiama Prime Day

Nell’ormai lontano 2005 Amazon ha annunciato il programma Amazon Prime, una sottoscrizione a pagamento che, al costo di 79 dollari all’anno, permetteva di ricevere gratuitamente le spedizioni in due giorni o di avere consegne in 24 ore a prezzi scontati. Il programma si è poi espanso in Germania, Giappone e Regno Unito nel 2007, in Francia nel 2008 e in Italia è attivo dal 2011.

Nel luglio del 2015, per celebrare il proprio ventesimo anniversario, Amazon decise di istituire un evento speciale, dedicato esclusivamente agli iscritti al programma Prime, al fine di premiarne la fedeltà con un serie di vendite e promozioni esclusive, non accessibili agli utenti non iscritti. Venne dunque deciso di chiamare l’evento Prime Day, proprio in onore del programma Prime e dei suoi utenti.

Il primo Amazon Prime Day si tenne il 15 luglio 2015 e venne pubblicizzato come il giorno con “più offerte che il Black Friday”.  In realtà la qualità degli sconti offerti fu criticata, soprattutto perché legata a prodotti poco richiesti dagli utenti, tanto da sembrare quasi un mercatino di quartiere. Amazon sostenne la bontà delle proprie scelte sottolineando come le vendite del Prime Day 2015 superarono in volume quelle del Black Friday 2014.

2. Si chiama Prime Day ma dura più di un giorno

L’evento di Amazon si chiama Prime Day, ma in realtà dovrebbe chiamarsi Prime Days, visto che da qualche anno la sua durata supera le 24 ore. In realtà solamente le prime due edizioni della promozione sono durate 24 ore, quelle del 2015 e del 2016. A partire dal 2017 la durata dell’evento ha iniziato a crescere per arrivare al format attuale.

Nel 2017 il Prime Day è durato 30 ore e complice l’espansione a mercati come Messico e Cina ha portato a un aumento del fatturato del 50% rispetto al 2016. Nel 2018 Il Prime Day è passato al formato da 36 ore, permettendo alle piccole e medie imprese di vendere prodotti per oltre 1.5 miliardi di dollari, cifre davvero ragguardevoli.

A partire dal 2019 il Prime Day ha assunto il formato attuale, che copre 48 ore, diventando a tutti gli effetti un Prime Days. Nello stesso anno l’evento ha raggiunto 18 Paesi, contro i 12 raggiunti in precedenza, permettendo così di registrare numeri ancora più importanti rispetto al passato.

Anche il Prime Day 2022 avrà una durata di 48 ore, che sembra ormai consolidata, anche se le iniziative di contorno prendono il via qualche giorno prima come sempre, soprattutto per spingere le vendite dei prodotti offerti dalle piccole e medie imprese. Quest’anno l’evento riguarda anche Austria, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Lussemburgo, Messico, Paesi Bassi, Portogallo, Singapore, Spagna, Gran Bretagna, Stati Uniti, e per la prima volta, Polonia e Svezia.

3. Nel 2020 si è svolto in ottobre

È una tradizione ormai consolidata che il Prime Day si svolga in estate, tra giugno e luglio, ma il 2020 è stato un anno particolare anche in questo senso. In seguito alla pandemia legata al COVID-19, esplosa a inizio 2020 e non ancora esauritasi, Amazon ha deciso di limitare le spedizioni ai soli prodotti di prima necessità, almeno per la prima parte dell’anno, riprendendo le normali operazioni solo nel corso dell’estate.

Per dare modo ai venditori di terze parti di preparare gli stock necessari a sostenere un evento come il Prime Day, e per non ingolfare il sistema di spedizioni già messo a dura prova dalla pandemia, Amazon ha preso la storica decisione di posticipare l’evento all’autunno, andando a ridosso del Black Friday, il più grande evento commerciale della seconda metà dell’anno.

Ecco perché l’Amazon Prime Day 2020 è slittato di circa tre mesi, per andare a collocarsi a metà ottobre, il 13 e 14 per la precisione, a poco più di un mese dal Black Friday, che quell’anno si è tenuto il 27 novembre. Nonostante il periodo particolare la promozione Amazon è stata un enorme successo, con i partner di vendita, nella maggior parte dei casi piccole e medie aziende, che hanno superato i 3,5 miliardi di dollari di fatturato nelle 48 ore dell’evento, con una crescita del 60% rispetto al 2019.

Secondo le stime il Prime Day ha permesso agli utenti Amazon di risparmiare 1,4 miliardi di dollari nei propri acquisti, una cifra davvero considerevole soprattutto in un periodo di ristrettezze economiche. In Italia tale risparmio ha superato i 40 milioni di euro, grazie anche alla vicinanza delle festività natalizie che ha indubbiamente spinto le vendite.

4. Nel 2018 uno storico crash dei server

Il Prime Day del 2018 sarà ricordato come l’anno dei crash dei server Amazon, che ha costretto a una breve interruzione dell’evento. Le analisi effettuate in seguito all’accaduto hanno mostrato come Amazon abbia clamorosamente fallito le stime sul traffico e non sia stata immediatamente in grado di sostenere la domanda.

Per tamponare il problema è stata messa online una pagina iniziale semplificata ed è stato interrotto il traffico internazionale. Il tutto è successo nei primi 15 minuti dell’evento, comportando una pessima figura per il colosso dell’e-commerce ed è stato necessario aggiungere manualmente nuovi server per sostenere la domanda.

A quanto pare la funzione di auto-scaling, che avrebbe dovuto allocare le risorse necessarie per sostenere il traffico, ha fallito il proprio compito, portando al conseguente crash del sistema. Il problema si è inevitabilmente propagato ai tanti servizi Amazon, come l’autenticazione, i servizi Prime, Alexa e Twitch, mentre alcuni magazzini non sono stati in gradi di scansionare prodotti e preparare le consegne per un certo periodo di tempo.

Nonostante l’impatto del crash abbia causato problemi per diverse ore, non ci sono state ripercussioni sulle vendite di quell’anno, con oltre 100 milioni di prodotti venduti nell’arco delle 36 ore. Ovviamente Amazon ha preso dei seri provvedimenti affinché la situazione non dovesse ripetersi e a quanto pare le misure hanno funzionato, visto che negli anni successivi non ci sono più stati disservizi di questo tipo.

5.Il Prime Day costa miliardi di dollari

Se il Prime Day di Amazon è una grande occasione di risparmio per gli utenti, è paradossalmente fonte di enormi perdite in produttività per le aziende di tutto il mondo. Secondo una ricerca effettuata dalla CNBC nel 2017, solo negli Stati Uniti si sarebbero registrate perdite per oltre 10 miliardi di dollari.

Questo perché gli utenti americani hanno affermato di aver passato la maggior parte del Prime Day in attesa delle offerte più interessanti, con quasi l’80% degli iscritti al programma Prime che ha effettuato i propri acquisti in orario di lavoro. Questi dati riguardano solo gli USA, me se aggiungiamo la perdita di produttività che si registrerà nei Paesi coinvolti, il costo per le aziende sarà decisamente superiore.

Vi ricordiamo che potete seguire Amazon Prime Day 2022 sulle nostre pagine, utilizzando le categorie che trovate qui sotto, ma anche il nostro canale Telegram dove troverete le offerte lampo aggiornate in tempo reale, così da non perdervi nemmeno una occasione di risparmio.

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