Una delle funzioni più apprezzate di TikTok è la possibilità di prendere l’audio dai video di altri utenti, per creare dei meme o dei tormentoni che stanno decretando l’enorme successo della piattaforma. Era dunque inevitabile che la concorrenza non stesse con le mani in mano, come testimonia la decisione di YouTube legata al proprio servizio Shorts, disponibile al momento solo in pochi mercati selezionati.

Shorts potrà usare qualsiasi spezzone audio

Qualche settimana fa YouTube aveva annunciato ufficialmente la disponibilità di una novità per Shorts, con la possibilità per i creatori di utilizzare audio proveniente da qualsiasi contenuto pubblicato su YouTube. In occasione del lancio di YouTube Shorts sui mercati internazionali, in particolare nel Regno Unito, in Canada e in America Latina (Argentina, Brasile, Cile, Messico, Colombia, Peru e Venezuela) la funzione sarà immediatamente attiva, mentre nel corso delle prossime settimane anche gli utenti statunitensi potranno utilizzarla.

Al momento negli Shorts è possibile utilizzare campioni audio provenienti da altri Shorts, ma con il prossimo aggiornamento i creatori avranno un database immenso a cui accedere, per rendere virali alcune frasi, o brani musicali, con un link alla sorgente originale e al relativo proprietario.

In questo modo anche il creatore da cui è stato preso il campione audio potrà godere di un ritorno in termini di visibilità. La decisione di YouTube sta però scontentando alcuni creatori, che si stanno chiedendo se in questo modo YouTube stia legalizzando il “furto” di contenuti. Il colosso dell’intrattenimento infatti ha spuntato in automatico la casella in cui i creatori di contenuti permettono l’utilizzo di sample da parte di Shorts. È pertanto necessario che tali spunte vengano rimosse per ogni video, anche se YouTube sta lavorando a una opzione che permetta un opt-out da questa opzione, così da vietare il riutilizzo di brani in ciascuno dei propri video.

Fa indubbiamente discutere la decisione di YouTube di consentire agli utenti di non accettare la condivisione, quando sarebbe stato più logico consentire la condivisione solo ai creatori che avessero concesso il permesso in maniera esplicita. Todd Sherman, leader del progetto Shorts, afferma che la compagnia è a conoscenza delle perplessità ma che da un confronto con i creatori è emersa la convinzione che un consenso esplicito non avrebbe avuto le medesime potenzialità.
Vedremo come reagiranno i principali YouTuber e se la compagnia americana sarà costretta a rivedere le proprie posizioni in merito.