Una interessante storia pubblicata in rete svela come il rapporto tra i membri della Generazione Z – ovvero i nati tra la metà degli anni novanta fino al 2010 – e gli smartphone sia sempre più complicato. Ad esempio, Eden racconta di aver involontariamente rotto il suo smartphone ad inizio gennaio 2020 e di non averlo rimpiazzato con un degno sostituto.

Tornare a pensare liberamente

Mi ero stufato di quanto tempo ci avevo sprecato, quindi quando si è rotto, non ho ricevuto un nuovo telefono per circa un mese“, racconta il ragazzo nella sua storia. Durante questo lasso di tempo in cui è tornato ad utilizzare un feature phone (Nokia 130), il ragazzo ha scoperto un netto miglioramento del proprio umore e di essere ritornato a “pensare liberamente“, quasi come se l’utilizzo dello smartphone impedisse in qualche modo di farlo.

Alcuni studi sottolineano come i membri della Generazione Z passino circa 30 ore alla settimana sui propri smartphone, e molti di essi parlano di sentirsi spesso “tristi, ansiosi e depressi” mentre utilizzano i social media. Non tutti, però, decidono di separarsi completamente dagli smartphone in favore invece di telefoni con funzionalità base come chiamate e SMS. Mateo, un ragazzo di 23 anni, utilizza un feature phone ma di tanto in tanto continua ad utilizzare lo smartphone per scorrere le notizie e utilizzare WhatsApp.

Lo smartphone è solo un mezzo

Nonostante queste storie siano veritiere e magari anche riconducibili a storie a noi vicine, non ci dobbiamo dimenticare che gli smartphone, così come in generale tutti i prodotti hi-tech che siamo soliti utilizzare, sono dei mezzi che ci permettono di lavorare, studiare e restare in contatto con le persone che amiamo.

Siamo noi che decidiamo, più o meno coscientemente, il potere che essi possono avere sul nostro umore e sulla nostra persona. È indubbio, infine, che un utilizzo malsano e sregolato degli smartphone possa comportare più svantaggi che benefici.