Che l’infrastruttura telematica Huawei non goda di buona fama lo sanno anche i sassi, ma un rapporto di cui si parla da poco potrebbe complicare ancora di più la posizione del colosso cinese con l’Europa e con gli operatori telefonici nel Vecchio Continente. Infatti, secondo un rapporto confidenziale visionato dal giornale olandese De Volkskrant, sembra che nel 2010 Huawei abbia avuto modo di intercettare tutte le telefonate effettuate sulla rete di uno degli operatori telefonici più importanti del paese, KPN.

Accuse gravi che minano la fiducia in Huawei

Le informazioni contenute all’interno del rapporto commissionato alla società di consulenza Capgemini, indicano che il personale di Huawei residente in Olanda e in Cina avrebbe potuto anche monitorare le chiamate effettuate dall’allora primo ministro Jan Peter Balkenende e i dissidenti cinesi.

L’operatore KPN assicura che non ha mai trovato evidenze che Huawei possa aver prelevato informazioni circa i suoi clienti, né che sia mai avvenuto un accesso non autorizzato e di vaste proporzioni alla sua rete telefonica. Huawei ha rigettato le accuse al mittente sottolineando di “non essere mai stati accusati da parte di organi di governo di agire in modo non autorizzato.”

Sebbene KPN abbia utilizzato apparecchiature Huawei per la realizzazione della infrastruttura 2G e 3G del paese, è stato uno tra i primi operatori Europei a escludere Huawei dalla infrastruttura 5G preferendo invece Ericsson.

[Aggiornamento 23/04]: Huawei, tramite comunicazione ufficiale, ha dichiarato che “Huawei Olanda non ha e non ha mai avuto accesso a dati ottenuti tramite intercettazioni legali.” L’azienda, inoltre, ci tiene a precisare che l’articolo fa riferimento a sei dipendenti la cui responsabilità ricadeva sotto KPN e non di Huawei Olanda.