Con l’avvicinarsi dell’edizione 2021 del Google I/O sta crescendo anche l’attesa per l’annuncio della versione finale di Android 12, con tutte le novità in essa comprese.

Naturalmente la nuova major release del robottino verde è in circolazione da mesi sotto forma di Developer Preview e ciò ha permesso al team di XDA di drizzare le antenne in cerca di tracce di nuove funzioni in arrivo.

Giusto qualche giorno fa vi abbiamo presentato una lunga lista di interessanti novità già scovate e oggi ce ne sono altre due che meritano un’occhiata.

Android 12 potrebbe avere il Cestino

Il team di XDA ha scoperto del codice che suggerisce che Google potrebbe introdurre una funzione Cestino (Recycle Bin) nelle impostazioni relative allo spazio di archiviazione.

L’anno scorso una delle novità più importanti di Android 11 in termini di gestione dello storage era stata quella che Big G chiama “Scoped Storage“, che limita lo spazio di archiviazione accessibile di default dalle app.

Se alcune applicazioni come i file manager hanno la possibilità di chiedere un accesso più ampio alla memoria del device, tante altre devono ricorrere ad API apposite per aggiungere, aprire, modificare e cancellare file. Un esempio è MediaStore API, che permette di avere accesso a file multimediali comuni come audio, video e immagini. MediaStore esiste da tempo, ma con il rilascio di Android 11 Google ha aggiunto la funzione “cestinare“. Questa permette alle app che fanno uso di MediaStore API di spostare un file nel cestino, piuttosto che eliminarlo definitivamente, permettendo così all’utente di recuperarlo in un secondo momento.

La maggior parte dei sistemi operativi desktop dispone di un Cestino per gestire una simile funzione, tuttavia Android, quanto meno fino alla versione 11, ne è sprovvisto: manca una cartella unica adibita a tale scopo. Sono invece le singole app con permesso di apportare modifiche, come Google Foto, che hanno una cartella dedicata e chiedono il consenso dell’utente per spostare un file al suo interno o per ripristinarlo. Le ultime indiscrezioni suggeriscono che anche Files di Google potrebbe presto avere una feature simile e qui sotto potete infatti vedere il “cestino nascosto” dell’app.

In realtà con Android 12 la situazione potrebbe diventare già più interessante: Google potrebbe aggiungere una voce nel menù Impostazioni > Spazio di archiviazione per mostrare lo spazio occupato dai file cestinati. Un tap su questa voce permetterebbe di aprire una finestra pop-up col numero di file nel cestino e la funzione per svuotarlo.

Come potete vedere dagli screenshot, si tratterebbe di un miglioramento, ma molto limitato, non è neppure chiaro se l’utente potrà usare la stessa feature per ripristinare i file. Il cestino di Files dovrebbe consentire di visionare, ripristinare ed eliminare del tutto i file, non sarebbe dunque sorprendente vedere le stesse possibilità in Android 12.

In realtà questa piccola aggiunta non sarebbe sulla falsariga dei sistemi desktop, perché Android 12 non aggiungerebbe una cartella Cestino separata e unica per l’intero sistema, anzi i file cestinati rimarrebbero nella stessa directory, sarebbero semplicemente nascosti (basta un “.” prima del filename).

Android 12 con traduzione automatica?

Android è il sistema operativo più diffuso al mondo e supporta tante lingue, tuttavia non può dirsi lo stesso per tante app di terze parti, specie quelle facenti capo a piccoli team indipendenti.

Da questo punto di vista Android 12 potrebbe segnare una vera svolta: il team di XDA ha scoperto che Google sta lavorando ad un framework per tradurre automaticamente le app nella lingua nativa dell’utente.

Nella build unreleased di Android 12 di cui vi abbiamo parlato si accenna a più riprese ad un nuovo “translation service” e si fa riferimento a due nuovi permessi: BIND_TRANSLATION_SERVICE e MANAGE_UI_TRANSLATION. Il primo permesso fa capo a SystemUI, che lo usa per collegarsi ad un’app in possesso del secondo. In questo senso Google Traduttore, Device Personalization Services o anche app di terze parti potrebbero essere impostate come servizio di traduzione: il secondo permesso supporta infatti “role” come livello di protezione e ciò gli permette di assegnarlo a determinate app.

Le ultime versioni di Google Traduttore e Device Personalization Services non contengono traccia di questa nuova API. Difficilmente Google farà pagare per una simile funzione, potrebbe però renderla esclusiva per i Pixel. In ogni caso, dal momento che la feature sembra pronta per l’AOSP, gli OEM potrebbero avere la possibilità di impostare un servizio di traduzione diverso da quello di Google, magari proprietario.

App di terze parti come AllTrans offrono da anni la funzione di traduzione dell’intera UI, tuttavia lavorano mediante Xposed Framework, pertanto si tratta di mod non alla portata di tutti. Questo nuovo framework di Google potrebbe rappresentare una svolta per gli utenti Android e per tutti i piccoli sviluppatori che non abbiano le risorse per tradurre adeguatamente le proprie app in tante lingue.

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