Ad inizio aprile vi avevamo parlato di un enorme data breach di Facebook che ha interessato più di 500 milioni di profili, un evento di una gravità inaudita che però sembra non avere preoccupato più di tanto i piani alti della compagnia, che anzi ha fatto spallucce.

Il DRI vuole citare Facebook in giudizio

Proprio in risposta a questa fuga di informazioni che, lo ricordiamo, ha interessato le generalità, le foto e tantissime altre informazioni personali di quasi mezzo miliardo di utenti, il Digital Rights Ireland (DRI) ha annunciato una “mass action” per citare in giudizio Facebook. Il DRI si rifà sull’articolo 82 del GDPR che prevede il “diritto al risarcimento e alla responsabilità” per tutte le persone coinvolte dalla violazione della legge.

Il gruppo in difesa dei diritti digitali degli utenti residenti in Europa, invita a controllare se il proprio account faccia parte di quelli interessati dal catastrofico evento – vi spieghiamo come svolgere questa ricerca nell’articolo linkato in calce all’articolo – e di far sentire la propria voce sottoscrivendo l’iniziativa.

Il risarcimento non è l’unica cosa che rende questa azione di massa degna di essere presa in considerazione. È importante inviare un messaggio ai titolari del trattamento dei dati di grandi dimensioni che devono rispettare la legge e che c’è un costo per loro se non lo fanno“, sottolinea DRI sulla pagina del proprio sito.

È ancora presto per scoprire a quanto ammonterebbe la multa eventualmente imputata a Facebook per il pasticcio combinato, ma c’è chi teme che potrebbe rappresentare una minuscola frazione degli introiti da capogiro del colosso del web. Resta però la necessità che corporazioni di questa entità paghino per eventuali danni causati ai propri utenti, non credete?

Potrebbe interessarti anche: ecco come scoprire se i vostri dati sono fra quelli trafugati a Facebook