Spotify ha recentemente lanciato un assistente vocale attivabile pronunciando “Hey Spotify” con lo scopo di migliorare l’esperienza di ricerca e di riproduzione dei contenuti preferiti a mani libere, tuttavia questa nuova funzionalità ha sollevato alcune domande relative alla privacy.

Ora il gigante dello streaming musicale ha deciso di affrontare la delicata questione rivelando come la feature ascolta e utilizza i dati vocali degli utenti.

Innanzitutto Spotify chiarisce che la funzionalità inizia a raccogliere i dati vocali solo quando l’unente pronuncia la hot key o quando tocca il relativo pulsante e che l’app resta in ascolto per frammenti di pochi secondi che vengono eliminati se l’utente non pronuncia le parole giuste.

Spotify ammette di utilizzare i dati vocali per ottimizzare gli annunci

In una FAQ la società descrive in dettaglio come utilizza i dati vocali dell’utente per migliorare l’esperienza di utilizzo del servizio offrendo la possibilità di controllare la riproduzione audio di Spotify con la propria voce, tuttavia l’azienda scrive che può anche utilizzare e condividere questi dati in altri modi che includono l’aiutare Spotify a fornire pubblicità più pertinente per l’utente, oltre alla condivisione delle informazioni con i suoi fornitori di servizi come quelli di cloud storage.

Secondo un recente rapporto pubblicato da Access Now, un brevetto da poco depositato potrebbe consentire a Spotify di rilevare dettagli come età, sesso, accenti e persino lo stato emotivo degli utenti, informazioni che potenzialmente permetterebbero una profilazione o addirittura la manipolazione delle loro emozioni.

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