Tosse, mal di gola, febbre e perdita del gusto e dell’olfatto sono tra i principali sintomi del coronavirus. Ma è anche vero che non sono gli unici, così come esistono tanti casi asintomatici. Attualmente, il principale strumento utilizzato per determinare se una persona è affetta o meno da coronavirus è il tampone, ma numerose aziende stanno lavorando a tecnologie che consentano di determinare ciò in vario modo. Vocalis, per esempio, ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di determinare se una persona è affetta da coronavirus a partire da un semplice screening della voce.

Come funziona il sistema sviluppato da Vocalis

L’intelligenza artificiale di Vocalis riesce a identificare le caratteristiche vocali dei pazienti affetti da varie malattie e a determinarne il tipo a partire dalla raccolta e dall’analisi di tanti dati. Nello specifico, l’algoritmo riuscirebbe a estrarre ben oltre cinquecento caratteristiche da un campione vocale e ne crea un’immagine, o meglio uno spettrogramma, grazie al quale diagnosticare le probabili malattie.

Quando si tratta di rilevare una malattia specifica, l’algoritmo necessita dapprima di informazioni cliniche per poi capire di quale tipo di registrazione vocale ha bisogno per identificarla. Per esempio, per rilevare il COVID-19, l’intelligenza artificiale deve anzitutto rilevare sintomi come febbre, mal di testa o difficoltà respiratorie.

Per rilevare i dati sulla voce della persona e proteggerne la privacy, l’intelligenza artificiale di Vocalis chiederà al paziente di contare da 50 a 70. In questo modo, stando a quanto riferito da Shady Hasan, medico nonché co-fondatore di dell’azienda, si rivelerà poco e nulla circa la propria identità. Inoltre, l’algoritmo funziona indipendentemente dalla lingua e ciò aiuterebbe l’azienda a identificare più facilmente i biomarcatori vocali che possono essere correlati a una specifica malattia.

L’algoritmo offre una precisione di oltre 80%

Al momento, l’intelligenza artificiale di Vocalis è riuscita a rilevare COVID-19 con una precisione di circa l’80%. Andando più nel particolare, nel mese di febbraio l’azienda ha avviato uno studio congiunto con la Municipal Corporation of Greater Mumbai in India testando duemila pazienti che parlavano più lingue, tra cui inglese, hindi, marathi e gujarati con l’app VocalisCheck. Al termine dello studio, l’algoritmo ha dimostrato una precisione dell’81,2% nell’identificazione di casi COVID-19, molti dei quali erano pazienti asintomatici.

L’intelligenza artificiale di Vocalis è attualmente utilizzata negli Stati Uniti, in Cile, Indonesia, Sud Africa, Romania e Lussemburgo tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. L’azienda sta cercando di portare la sua tecnologia anche in altri Paesi e di acquistare più set di dati per diagnosticare COVID-19 in modo più accurato.