Lunedì 22 marzo si svolgerà, per la prima volta in Italia, uno sciopero dell’intera filiera di Amazon nel nostro Paese. Avrà la durata di 24 ore e nell’arco di questo tempo nessun pacco verrà gestito o consegnato ai destinatari.

E’ la prima volta che si arriva a una situazione del genere: fino a ora si erano verificate solo agitazioni locali, la principale delle quali risale al 24 novembre del 2017 quando a incrociare le braccia furono i lavoratori del polo logistico di Piacenza (si trattò del primo sciopero in assoluto ad investire Amazon Italia).

“Sarà il primo sciopero nazionale della filiera Amazon d’Italia e sicuramente d’Europa. Le lavoratrici e i lavoratori incroceranno le braccia per chiedere diritti, tutele e garanzie” hanno ribadito in una nota la Cgil e Filt Cgil.

In un comunicato stampa Fesla Cisl spiega come la ricerca del personale al di fuori dei confini territoriali finisca per creare “problemi di difficoltà abitative scaricati sulle persone senza nessuna responsabilità sociale di Amazon.”

Il motivo dello sciopero dei lavoratori Amazon

Lo sciopero è stato indetto a seguito del mancato accordo con Amazon su tematiche riguardanti i diritti e le tutele dei lavoratori. Le rivendicazioni sindacali sono molteplici: riguardano la gestione dei carichi e ritmi di lavoro, la riduzione degli orari di lavoro dei driver, la stabilizzazione dei tempi determinati, la contrattazione dei turni di lavoro.

Questi ultimi sono irrimediabilmente lievitati con l’avvento della pandemia che ha contribuito in maniera decisiva al boom del colosso di Jeff Bezos nel 2020. Basti pensare che i ricavi del terzo trimestre dell’anno scorso sono cresciuti del 197%.

In una società che tenta, per quanto possibile, di non fermarsi di fronte all’emergenza Covid in nessun ambito, soprattutto in quello produttivo, la rivendicazione sindacale che assume la maggiore importanza è quella che riguarda il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.

Concludono Cgil e Filt: “Al gigante dell’e-commerce americano chiediamo di dare in tempi rapidi risposte alle questioni poste, perché alle lavoratrici e ai lavoratori vanno riconosciuti subito diritti e tutele”.