L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è l’autorità che vigila sulla competizione tra gli operatori e tutela i loro utenti dalle eventuali infrazioni da essi commesse. In qualche occasione gli operatori non sono trasparenti quanto vorremmo e in questo caso le sanzioni sono toccate a Vodafone e WindTre, per motivi piuttosto simili: scopriamoli insieme.

AGCOM

Vodafone e WindTre hanno addebitato costi fissi mensili su SIM a consumo

Vodafone è rea di aver addebitato il costo fisso mensile di 5 euro agli utenti con SIM a consumo, stravolgendo unilateralmente il contratto per il piano Internet Abbonamento. Le segnalazioni degli utenti sono iniziate intorno al Settembre 2019, i quali hanno visto addebiti proprio sotto la voce “Internet Abbonamento”. La rimodulazione iniziò a luglio 2019, con gli utenti notificati del cambiamento intorno a marzo dello stesso anno. Molte delle SIM coinvolte in realtà erano piuttosto vecchie e addirittura non più utilizzate. Questo perché gli utenti di una SIM a consumo in caso di non utilizzo della carta, non dovrebbero pagare nulla e quindi è più comune che rimangano inutilizzate.

Il canone di 5 euro aveva quindi “stravolto la natura e la funzione dei piano a consumo, che si caratterizzano proprio dalla consapevolezza di non essere tenuti a nessuna prestazione in caso di non utilizzo dei servizi”.

Vodafone

Vodafone, d’altro canto ha risposto che, il preavviso di 30 giorni notificato tramite vari canali, è stato sufficiente per gli utenti ad effettuare un eventuale rescissione del contratto gratuita. Per l’operatore la rimodulazione non comporta uno stravolgimento dell’accordo in quanto avrebbe inciso soltanto sulle condizioni economiche del contratto che sarebbe rimasto comunque a consumo.

AGCOM non ha ritenuto soddisfacente la difesa di Vodafone e ha quindi sanzionato l’operatore per aver violato l’articolo 70 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, con una multa da 522 mila euro aggiungendo che la modifica del contratto non può essere uno stravolgimento delle condizioni precedentemente stabilite.

WindTre rimodula il piano a consumo New Basic

Proprio come Vodafone, WindTre ha imposto un canone mensile di 4 euro ai possessori di SIM a consumo con piano New Basic. Le segnalazioni degli utenti sono iniziate nell’agosto dello scorso anno. Le lamentele hanno coinvolto anche clienti dell’ex brand 3 Italia che hanno reclamato l’impossibilità di poter passare gratuitamente ad un piano a consumo alternativo, violando in maniera piuttosto chiara la normativa.

La rimodulazione, come aveva fatto Vodafone, è stata segnalata all’utente con anticipo, rendendo disponibili le informazioni riguardo un eventuale rescissione del contratto.

AGCOM in questo caso ha ritenuto opportuna una sanzione di 696 mila euro, anche qui per la violazione dell’articolo 70 e, come per Vodafone, ha fatto presente che questa rimodulazione non è soltanto una modifica del contratto ma un cambiamento radicale delle condizioni. WindTre si era difesa evidenziando che la rimodulazione era stata necessaria in modo che l’azienda potesse far fronte alle nuove sfide che il mercato impone e che in ogni caso i 4 euro si trattavano di un onere prepagato mensile” che sarebbero stati poi utilizzati dall’utente come credito di una normale SIM a consumo.

WINDTRE AGCOM

La condotta scorretta di WindTre purtroppo è ancora in atto, l’azienda non ha preso provvedimenti per attenuare o eliminare alcuna delle conseguenze derivanti dal loro comportamento. In conclusione possiamo dire che gli utenti italiani sono tutelati da un autorità da sempre attenta ad accogliere le loro segnalazioni, in molti casi riguardanti la poca trasparenza degli operatori.