L’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha deciso di sanzionare Facebook Ireland Ltd. e Facebook Inc. per 7 milioni di euro. La decisione è diretta conseguenza di una mancata azione da parte dell’azienda statunitense in relazione ad un provvedimento che l’AGCM aveva pubblicato nei loro confronti a novembre del 2018.

Informazione poco chiara e ingannevole

In particolare, come si legge nel comunicato stampa, “l’Autorità aveva accertato che Facebook induceva ingannevolmente gli utenti a registrarsi sulla sua piattaforma non informandoli subito e in modo adeguato – durante l’attivazione dell’account – dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti e, più in generale, delle finalità remunerative sottese al servizio, enfatizzandone viceversa la gratuità“.

AGCM aveva inoltre sottolineato come le vaghe informazioni fornite da Facebook non fornissero una corretta e adeguata distinzione fra l’utilizzo dei dati necessari al fine di facilitare la socializzazione, e l’utilizzo degli stessi al fine di realizzare campagne pubblicitarie mirate. “Oltre a sanzionare Facebook per 5 milioni di euro, l’Autorità aveva vietato l’ulteriore diffusione della pratica ingannevole e disposto la pubblicazione di una dichiarazione rettificativa sulla homepage del sito internet aziendale per l’Italia, sull’app Facebook e sulla pagina personale di ciascun utente italiano registrato.”

Alcuni potrebbero pensare che multare Facebook per “soli” 7 milioni di euro sia niente a confronto degli 86 miliardi di dollari relativi al 2020, ed effettivamente potrebbe essere proprio così. La sanzione dell’AGCM trova sicuramente d’accordo chi chiede da tempo una gestione più chiara e trasparente del modo in cui il colosso di Zuckerberg gestisce i dati degli utenti, e forse quello di oggi è il primo passo verso la strada giusta.