Gli assistenti virtuali come Google Assistant a volte falliscono nei contesti apparentemente più semplici, facendo sorgere dubbi sulle loro effettive capacità.

Gli assistenti vocali risultano spesso utili, ma capita che infastidiscano l’utente con fraintendimenti che fanno anche sorridere. Dopo anni che l’IA degli assistenti digitali viene costantemente perfezionata, potrebbero ad esempio non essere in grado di interpretare correttamente il nome di una band per trovare la musica giusta su Spotify.

Gli assistenti vocali falliscono sulle azioni più banali

Sul Web non mancano testimonianze di problematiche causate apparentemente dalla “stupidità” dell’IA. Ad esempio alcuni utenti riportano che Google Assistant è in grado di spegnere uno dei dispositivi all’interno della smart home, ma poi non è capace di riaccenderlo.

Forse la causa sta nel fatto che il dispositivo può eseguire operazioni ben più complesse che essere semplicemente acceso, pertanto l’IA cerca di interpretare il comando vocale dell’utente nell’ottica delle funzionalità più smart, finendo per fallire sui processi più banali.

Un altro utente riporta ad esempio che il comando “Accendi ventola” non funziona sul suo ventilatore, mentre “imposta ventola su 3” funziona perfettamente.

Una possibile via di uscita piuttosto semplice potrebbe essere anche cambiare il nome del dispositivo all’interno di Google Home per ridurre al minimo le potenziali fonti di malintesi.

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