Nuove ombre sul Cashback di Stato, la contestata iniziativa che, dopo il “giro di prova” di dicembre è partita ufficialmente in primo gennaio 2021. Dopo i rimborsi mancanti, l’impossibilità di pagare tramite smartphone , le transazioni non conteggiate e gli intasamenti iniziali, ora arrivano nuove segnalazioni sulle tecniche ai limiti della legalità orchestrate dai soliti furbetti.

Lo ha segnalato ieri Striscia la Notizia portando alla luce un paio di tecniche semplici ma a quanto pare efficaci, che dimostrano quanto lavoro ci sia ancora da fare nel sistema. Il primo riguarda i resi, evento tutt’altro che raro in questo periodo.

A quanto pare se si acquista un prodotto e poi si effettua il reso, la transazione non viene stornata, anche se l’utente recupera i propri soldi. In questo modo viene accumulato credito sul cashback anche senza aver speso un solo euro. A quanto pare la “furbata” è stata effettuata sia presso supermercati che presso negozi di abbigliamento, ma con ogni probabilità funziona presso qualunque attività commerciale.

A quanto pare non viene fatto nessun controllo successivo alla transazione originale, o lo storno della transazione non viene segnalato al sistema, che quindi conteggia anche queste operazioni fantasma.

La seconda mossa che sta mandando in crisi il sistema è ancora più semplice e riguarda le ricariche PostePay. A quanto pare è sufficiente spostare denaro da una PostePay a un’altra, senza quindi spendere niente, per vedersi conteggiare la transazione come valida, e accumulare anche in questo caso del cashback.

Sembra che il sistema alle spalle dell’app IO non riesca a distinguere tra spostamento e pagamento, probabilmente per una dimenticanza da parte dei sistemisti. Dopo le diverse segnalazioni provenienti da numerosi organi di stampa, è probabile che i tecnici siano già all’opera per tappare queste falle, annullando allo stesso tempo le transazioni non valide.