La news di oggi sottolinea ancora una volta quanto l’IA (Intelligenza Artificiale) possa essere un formidabile alleato dell’uomo, nonostante le paure di chi la ritiene una futura minaccia per l’umanità. Un gruppo di ricerca della Synergies Intelligent System e l’Università di Amburgo, hanno pubblicato un paper in cui descrivono un algoritmo di machine learning in grado di identificare le persone probabilmente portatrici asintomatici del Coronavirus utilizzando il GPS degli smartphone.

L’algoritmo sfrutta i dati del GPS

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Secondo i dati forniti nella ricerca pubblicata su Scientific Reports, il team di ricerca sottolinea che potrebbe ridurre considerevolmente il numero di persone da mettere in quarantena. Infatti, Michael Chang, cofondatore di Synergies, indica che “con questo tipo di tecnologia, possiamo mettere in quarantena una piccola frazione di persone – circa il 3/5% – e ridurre considerevolmente l’effetto della malattia.”

La potenzialità della IA permetterebbe inoltre di individuare i super diffusori, ovvero quelle persone infette che sono in grado di contagiare un numero elevatissimo di persone. Ovviamente uno dei limiti di questa tecnologia riguarda l’accuratezza del segnale GPS e la volontà delle persone ad utilizzare un’apposita applicazione sul proprio smartphone. Jianwei Zhang, professore dell’Università di Amburgo, dichiara che “se potessimo utilizzare dati differenti dal GPS per costruire relazioni interattive tra le persone, ad esempio utilizzando telecamere o metodi di localizzazione di interni, ciò aumenterebbe di molto l’accuratezza della previsione dell’algoritmo.”

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L’algoritmo sviluppato utilizza anche informazioni come transizioni bancarie, trasporto pubblico e telecamere per determinare per quanto tempo e quanto spesso alcune persone entrano in contatto. Queste informazioni, secondo il paper, sarebbero già state raccolte in una città cinese che gli autori hanno preferito non svelare.

Il sistema, infine, etichetta le persone secondo il loro status in relazione alla malattia in “suscettibile”, “in quarantena”, “esposto”, “infetto”, “ricoverato” e “guarito”: tramite questo sistema di etichette l’algoritmo è in grado di prevedere cosa potrebbe accadere ad una persona e a quelle che la circondano.