Nel mese di gennaio si è parlato molto di WhatsApp e dei problemi relativi alla privacy dei vari servizi di messaggistica istantanea dopo che la popolare applicazione ha deciso di modificare le proprie regole sulla condivisione dei dati, mossa che ha generato una sorta di fuggi-fuggi verso le soluzioni della concorrenza.

Il team di WhatsApp, preoccupato dalle lamentele degli utenti e dalle critiche di alcuni degli enti che regolano il mercato (com’è avvenuto ad esempio in India), ha deciso di posticipare di alcuni mesi l’introduzione delle novità, così da poter convincere il maggior numero di persone possibile che non vi è nulla di cui preoccuparsi per quanto riguarda la salvaguardia dei propri dati e la sicurezza delle conversazioni, che continueranno a rimanere protette dalla crittografia end-to-end.

Anche ICQ sfrutta i problemi di WhatsApp

Tra le applicazioni che stanno beneficiando di questa fuga di utenti da WhatsApp non ci sono soltanto Signal e Telegram ma anche ICQ che, stando a quanto riportato da The Wall Street Journal, sta facendo riscontrare un notevole aumento di download a Hong Kong.

Se applicazioni come Signal o Telegram possono essere ritenute “moderne” anche dal punto di vista della sicurezza, diverso è il discorso per ICQ ed è curioso che tante persone decidano di passare da WhatsApp a questo servizio, che è stato molto popolare tanti anni fa ma che sembrava ormai essere una soluzione dedicata ai più nostalgici.

Di proprietà oramai da oltre dieci anni del provider di posta russo Mail.ru, ICQ è un servizio che è stato lanciato a metà degli anni ’90, quando il mondo della tecnologia e delle comunicazioni era molto diverso da quello attuale.

L’applicazione per Android può contare sul Google Play Store su oltre 50 milioni di download e su una valutazione più che positiva (4,4 stelle su 5). Se siete curiosi di provare l’app, potete scaricarla attraverso il seguente badge: