Ogni dispositivo Android presente sul mercato comunica con i server di Google durante il suo utilizzo. Questi file di log contengono informazioni come ad esempio la versione dell’OS installata, le app installate, la disponibilità delle reti nelle vicinanze e altri dettagli relativi ad Android. Una nuova causa legale mette però nel mirino la quantità di dati in background che gli smartphone Android scambiano con i server di Google.

Fino a 389 trasmissioni in background

Secondo i querelanti, infatti, “Google utilizza le quote dati limitate dei cellulari degli utenti Android, senza autorizzazione, per trasmettere informazioni su tali individui non correlati al loro utilizzo dei servizi Google.” In poche parole, gli smartphone Android dei querelanti inviano costantemente dati con i server di Google anche mentre i loro smartphone sono inutilizzati e senza applicazioni attive in background.

Ma di quante volte stiamo parlando? Il dispositivo preso in esame, si tratta di Samsung Galaxy S7, trasmette dati ai server di Google circa 16 volte ogni ora, o circa 389 volte in 24 ore. Il peso di queste trasmissioni con i server del colosso di Mountain View sarebbero pari a 4.4 MB al giorno, o 130 MB al mese.

Secondo i querelanti “Google ha progettato e implementato il suo sistema operativo Android e le sue app per estrarre e trasmettere grandi volumi di informazioni tra i dispositivi cellulari e Google utilizzando la quota di dati cellulari“, senza chiedere autorizzazione agli utenti e senza nemmeno permette loro di scegliere di scambiare queste informazioni solo in presenza di una connessione Wi-Fi, evitando così di spendere traffico dati a pagamento.