Già da tempo dai vari teardown all’app Google Foto sono emersi indizi sul fatto che Google stesse valutando l’idea di far pagare alcune funzionalità. Inizialmente si pensava che il pagamento sarebbe stato subordinato alle novità in arrivo, mentre l’attualità racconta una storia diversa.

Quasi contestualmente al rilascio di Google Foto in versione 5.18, qualche utente ha segnalato che la funzione Color Pop era stata subordinata al possesso di un abbonamento a Google One, il servizio di storage a pagamento di Mountain View. Color Pop è una funzione simpatica che consente di far risaltare il soggetto in primo piano decolorando lo sfondo in un selfie.

L’effetto finale è convincente, al punto che l’azienda evidentemente deve aver pensato che qualcuno avrebbe pagato per utilizzarla. In seguito alla diffusione della notizia, Google ha chiarito la posizione ai colleghi di Engadget dicendo che Color Pop richiederà un abbonamento a Google One solamente se la fotografia è priva di informazioni sulla profondità di campo, necessarie al software per separare il soggetto dallo sfondo.

“Color Pop continua ad essere disponibile gratuitamente su Google Foto per tutti gli scatti con informazioni sulla profondità di campo. Gli abbonati a Google One invece possono utilizzare Color Pop per un numero di scatti maggiore, compresi quelli senza informazioni ad hoc”.