Sono ormai diversi anni che siamo abituati a sbloccare gli smartphone (e i tablet) con le impronte digitali o con il nostro volto, o entrambi. Se ad oggi rappresentano una soluzione piuttosto sicura e difficile da contraffare, esiste sempre l’eventualità che un malintenzionato piuttosto capace possa bypassare questi sistemi di sicurezza e avere accesso alle informazioni personali racchiuse nel proprio smartphone.

Mappatura del sistema venoso delle dita

Un team di ricerca della University at Buffalo guidato da Jun Xia, ha messo a punto un innovativo sistema di sicurezza che potrebbe presto rivoluzionare l’accesso biometrico sugli smartphone. “Il metodo di autenticazione biometrica 3D che abbiamo sviluppato consente livelli di specificità e anti-spoofing che prima non erano possibili. Dal momento che non esistono due persone che hanno esattamente lo stesso modello venoso 3D, falsificare un’autenticazione biometrica della vena richiederebbe la creazione di una replica 3D esatta delle vene delle dita di una persona, il che fondamentalmente non è possibile“, sottolinea Xia.

In pratica, sarebbe altamente improbabile che un malintenzionato riesca a riprodurre una copia 3D fedele del pattern di vene e capillari delle dita di una persona. Il sistema sviluppato dal team di scienziati sfrutta la tomografia fotoacustica, ovvero una particolare tecnica che abbina la luce ed il suono. Quando un utente poggia il dito sul display dello smartphone, un laser illumina l’area a contatto con il sensore e produce un suono quando interagisce con le vene del dito; a questo punto interviene il rilevatore di ultrasuoni che confronta le informazioni ottenute con la mappa 3D immagazzinata nel telefono.

La tecnologia non ha ancora il necessario livello di miniaturizzazione richiesta per trovare posto all’interno degli smartphone, ma è altamente probabile che rappresenterà la normalità nei prossimi anni a venire.