AppGallery, HMS (Huawei Mobile Services) e HarmonyOS sono diretta conseguenza di una serie di eventi che hanno costretto Huawei a sviluppare sistemi digitali in proprio. Da molti mesi ormai sappiamo quanto il blocco USA contro Huawei voluto dall’amministrazione Trump stia minando la capacità del colosso cinese di rappresentare una scelta appagante nel mercato internazionale – ovviamente per via della mancanza del Play Store -, ma sembra che l’azienda stia lavorando alacremente per raggiungere l’indipendenza tecnologica.

Alla ricerca dell’indipendenza tecnologica

Infatti, secondo alcuni rumor presenti in Rete, sembra che gli alti dirigenti e il presidente di Huawei stiano mettendo in pratica una strategia commerciale votata a rendere Huawei indipendente da aziende estere, limitando così gli eventuali danni causati da ulteriori blocchi messi in piedi da governi stranieri.

La compagnia starebbe invece volgendo il proprio sguardo ad alcune startup cinesi, entrando come compartecipata, come ad esempio Vertilite VCSEL. La prima è impegnata nello sviluppo di sensori laser in grado di stimare la distanza di un oggetto nello spazio, la seconda è proprietaria di alcuni algoritmi per la rilevazione dei volti con la fotocamera frontale.

L’idea di Huawei sarebbe quindi di investire in queste realtà locali per slegarsi dall’approvvigionamento di aziende estere. I frutti di questa strategia non saranno certamente a breve termine, del resto Huawei non ha messo gli occhi su grandi aziende di caratura internazionale, ma rientra al 100% nella volontà di non essere più svantaggiata da guerre commerciali con paesi esteri.