Con Galaxy Note 20 Ultra Samsung ha deciso di proseguire con la strategia adottata con la serie Galaxy S20, dove i margini di profitto erano molto elevati. Secondo uno studio effettuato da Counterpoint Research, effettuata sulla versione Snapdragon, i profitti per Samsung sono davvero notevoli.

Il componente più costoso è il modem Snapdragon X55 5G con il sistema di antenne che, unito allo Snapdragon 865+ ha un costo di circa 150 dollari. Aggiungendo il costo degli altri materiali e quello dei test il prezzo finale di Samsung Galaxy Note 20 Ultra è di poco meno di 549 dollari, che ovviamente non tengono conto dei costi di ricerca, sviluppo e marketing.

Questo significa che vendendo il flagship a prezzo pieno gli utili sarebbero di 741 dollari, oltre il 55% del prezzo di listino, un dato molto confortante per Samsung. E sebbene non siano stati valutati i costi per la variante Exynos 990, è probabile che la produzione “casalinga” del componente porti a profitti ancora superiori.

È interessante anche scoprire quali e quanti siano i produttori coinvolti nel processo produttivo del flagship, anche se il 90% dei componenti arriva da Samsung e Qualcomm (in termini di costi ovviamente). Il margine di profitto garantisce ampio spazio di manovra a Samsung quando sarà lanciato iPhone 12 nelle sue varianti.

Il produttore sud coreano potrà infatti rinunciare a una parte dei guadagni per rendere più appetibile il proprio flagship, e un calo dei prezzi sarà sicuramente ben accetto da parte degli utenti finali.

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