Uno degli aspetti più chiacchierati del nuovo Motorola RAZR è ovviamente il suo display pieghevole. Non è certamente il primo smartphone a montarne uno, ma il rimando all’iconico modello di inizio 2000 e il fatto che sia nuovamente a conchiglia lo rende uno dei terminali più attesi di questo 2020.

Un particolare robot testerà la durabilità del display per 100mila volte

Come sappiamo Motorola utilizza due cerniere piuttosto particolari per il display pieghevole, ed ha anche tranquillizzato i propri utenti circa la presenza di eventuali pieghe sul pannello durante il suo utilizzo. Malgrado ciò, in molti si stanno chiedendo quante volte sarà possibile chiudere ed aprire il pannello prima che inizi a mostrare segni di cedimento.

I colleghi di CNet sfrutteranno una particolare macchina per effettuare un test di durabilità sul display del Motorola RAZR. Etichettato come FoldBot, questo particolare robot è caratterizzato da un meccanismo che permette di aprire e chiudere il RAZR per migliaia di volte.

Il test aprirà e chiuderà il pannello per 100mila volte dopo le quali si andrà a valutare la presenza di danni. Per comparazione, il Samsung Galaxy Fold ha raggiunto il record di 120mila chiusure prima di danneggiarsi. Se siete curiosi di vedere come se la caverà, il test sarà trasmesso in live su YouTube a partire dalle 21:00 di giovedì 6 febbraio 2020, ovvero lo stesso giorno in cui sarà disponibile in Italia in esclusiva di TIM.

Il nuovo RAZR di Motorola è un incubo da riparare

Se il test ci permetterà di valutare il lavoro svolto da Motorola per quanto riguarda il display, un nuovo video ci mostra come sia estremamente complicato se non impossibile riparare lo smartphone con le proprie forze.

Chi sa dove mettere le mani non avrà grossi problemi a smontare e riparare il telefono, ma già dalle prime fasi scopriamo in realtà che è necessario prestare molta attenzione anche solo per rimuovere il pannello posteriore.

Questo può essere rimosso solo utilizzando una particolare pistola termica – ha la forma di un asciugacapelli -, mentre una lunga serie di viti tiene ancorate l’antenna, lo speaker interiore ed il sistema di sblocco biometrico.

La batteria è fissata tramite l’utilizzo di colla ed è collegata ad un braccetto di plastica da scollegare con molta cautela. Il pannello frontale ha uno spessore piuttosto ridotto, ma è molto complicato rimuoverlo per via della presenza di un gran numero di componenti e del sistema di cerniere.

È innegabile che dal punto di vista ingegneristico siamo di fronte ad un terminale di altissimo livello, ma il tutto va a ridurre al minimo la possibilità di poterlo riparare senza provocare danni piuttosto importanti.

Vai a: video anteprima di Motorola Razr 2019