Magisk e Magisk Manager si aggiornano, arrivando rispettivamente alle versioni 18.0 e 6.1.0. Il changelog è davvero lungo, perciò bando alle ciance ed eccovi la lista dei cambiamenti:

  • [Generale] Tutto il codice è stato riscritto in C++.
  • [Generale] Il database viene modificato nativamente invece che passando attraverso Magisk Manager.
  • [Generale] /sbin/.core è stato deprecato; ora bisogna utilizzare /sbin/.magisk.
  • [Generale] Gli script di boot ora si trovano in /data/adb/<stage>.d invece che in <magisk_img>/.core/<stage>.d.
  • [Generale] Rimossi i systemless hosts nativi.
  • [Generale] Gli script del modulo post-fs-data.sh possono ora rimuovere o disabilitare i moduli.
  • [MagiskHide] Uso dei nomi dei componenti invece che dei processi come target.
  • [MagiskHide] Aggiunta la protezione procfs su SDK 24+ (Nougat).
  • [MagiskHide] Rimossa la cartella /.backup per evitare il rilevamento.
  • [MagiskHide] La lista hide è ora salvata in un database invece che in un file di testo in chiaro.
  • [MagiskHide] Aggiunta l’opzione “–status” a CLI.
  • [MagiskHide] L’unmounting di punti di mount non custom è stato fermato.
  • [MagiskSU] Aggiunta la flag FLAG_INCLUDE_STOPPED_PACKAGES in broadcast per forzare il risveglio di Magisk Manager.
  • [MagiskSU] Risolto un bug che non permette a SIGWINCH di essere correttamente rilevato.
  • [MagiskPolicy] Supporto di nuove regole av: type_change e type_member.
  • [MagiskPolicy] Rimosse tutte le regole AUDITDENY dopo aver patchato sepolicy in modo da fare il log di tutte le volte che viene negato il debug.
  • [MagiskBoot] Supporto negli header di boot di extra_cmdline.
  • [MagiskBoot] Provato ad aggiustare gli header delle immagini di boot v1.
  • [MagiskBoot] Aggiunto un nuovo comando CPIO “exists”.

Per maggiori informazioni, link a download ed istruzioni di installazione, potete seguire questo link alla pagina ufficiale su XDA-developers. Ricordiamo brevemente che ci sono due metodi per avere Magisk sul proprio smartphone: installazione tramite recovery modificata oppure utilizzando un computer, in cui sarà necessario avere ADB, e tenendo a disposizione un dump dell’immagine di boot stock.