Ad appena un’ora di distanza da Seoul – lungo la Gyeongbu Expressway, la seconda autostrada più antica della Corea del Sud – sorge Pyeongtaek, la città che ospita LG Digital Park, uno dei complessi produttivi più grandi e tecnologicamente avanzati di LG, nonché il luogo in cui nascono i suoi nuovi smartphone.

La stragrande maggioranza degli utenti, quando prova a riflettere in merito a dove gli smartphone che utilizziamo quotidianamente vengono realizzati, pensa quasi automaticamente alla Cina e ad compagnie come la Foxconn. Per un verso la seconda economia più potente al mondo rappresenta innegabilmente un collegamento di fondamentale importanza nell’ambito della catena di fornitori che su scala globale alimenta la produzione di smartphone. D’altro canto non si può non ricordare come la Corea del Sud giochi un ruolo parimenti significativo nel processo di realizzazione dei più recenti ed avanzati dispositivi mobile.

A proposito della Corea del Sud, non c’è nemmeno bisogno di allontanarsi troppo dalla vivace capitale Seoul per scoprire dove LG, una delle due potenze del Paese nel settore dell’elettronica di consumo, produce i propri smartphone. Il team di MobileSyrup ha avuto l’opportunità di visitare il Digital Park di LG.

Il viaggio lungo la Gyeongbu Expressway fino a Pyeongtaek è alquanto pittoresco, in quanto durante la stagione primaverile l’autostrada è fiancheggiata da alberi di ciliegio in fiore (in Corea denominati beojkkoch), mettendo in risalto la bellezza del Paese, quando non offuscata dallo smog. La città di Pyeongtaek è la sede di Camp Humphreys, una delle più grandi basi militari degli Stati Uniti oltreoceano e di conseguenza è piuttosto diversa dalle altre città della Corea del Sud, come chiaramente evidenziato dal fatto che le insegne delle attività commerciali locali sono in lingua inglese. Pyeongtaek non ha particolare appeal per i turisti e ciò ne fa la sede perfetta per dei complessi produttivi.

LG Digital Park non ha l’aspetto di una fabbrica dedita alla produzione di smartphone, anzi risulta più accurato descriverlo come una specie di campus universitario tentacolare adibito alla realizzazione di smartphone e di tecnologia per il settore dell’automotive. Il Digital Park di LG ospita complessivamente più di 10.000 dipendenti, per alcuni dei quali non è soltanto il luogo di lavoro ma anche una casa, dal momento che molti vivono nei dormitori collocati all’interno del complesso.

La prima parte del tour nel Digital Park è costituita da una visita ad uno showroom che celebra storia e successi recenti di LG.

LG, come molti appassionati già sapranno, nacque nel 1958, quando dalla fusione delle due compagnie coreane Rak-Hui (pronunciato “lucky”) Chemical Industrial Corp. e la GoldStar Co. Ltd venne creata la Lucky-GoldStar. Nel 1995 la compagnia decise poi, nella speranza di guadagnare consensi presso il pubblico occidentale, di modificare il proprio brand in LG.

La maggior parte dello showroom è dedicato alle recenti “conquiste” di LG, come i progressi compiuti nel campo delle TV OLED. Tuttavia non mancano alcuni cimeli che celebrano la storia del brand, come la A-501, la prima radio di LG (allora ancora GoldStar) e LGP-200, il primo mobile phone.

C’è poi una parete che ospita le tappe più significative dell’avventura di LG nel settore dei dispositivi mobile, che vedete nell’immagine seguente.

La storia di LG mette in risalto l’importanza delle chaebols – le grandi compagnie multinazionali a conduzione familiare che dominano l’economia del Paese – tocchino, in realtà, ogni aspetto della vita della Corea del Sud. Basta guardarsi intorno per imbattersi in filiali e controllate di LG. Ad esempio una delle principali catene di negozi con prezzi convenienti in Corea è la GS25, dove GS sta per GoldStar.

La tappa successiva del tour è rappresentata dalla struttura G2, dove nascono tutti gli smartphone di punta di LG, tra cui anche l’appena presentato G7 ThinQ. In G2 vengono prodotte migliaia di device al giorno. La struttura si articola in tre aree differenti, ciascuna delle quali si occupa di uno specifico aspetto del processo produttivo. C’è, ad esempio, un’area che funge da deposito ed ospita tutto il materiale di cui i dipendenti necessitano per realizzare gli smartphone LG. Un’altra parte è denominata SMT (surface-mount-technology) ed è dove tramite procedure robotizzate viene realizzato il “cuore” dei device. La terza parte della struttura, infine, comprende il laboratorio, che si occupa di testare i prodotti a fini di garanzia e la catena di assemblaggio.

L’assemblaggio dei dispositivi avviene in maniera meno automatizzata di quel che si potrebbe pensare: la maggior parte delle operazioni di montaggio viene effettuata a mano, come ad esempio nel caso del display.

Come LG stessa riferisce, la realizzazione dei device rende necessari numerosi test, specifici per ciascuna fase del processo produttivo, per offrire garanzie in termini di qualità. Anche per i test vengono impiegati numerosi ed interessanti robot. Ce n’è uno, ad esempio, che si occupa di testare il jack audio dei nuovi smartphone, un altro che effettua i drop test, un altro ancora mette alla prova la resistenza ad acqua e polvere nell’ottica delle relative certificazioni.

Anche i dipendenti, comunque, sono parte attiva nelle operazioni di test, conducendo i cosiddetti “sensibility testing”, che consistono nel valutare le feature rivolte all’utente e verificare che siano conformi alle specifiche.

Al termine di tutto il processo, ciascuno smartphone viene inserito nel proprio packaging, che viene poi pesato da un’apposita bilancia per assicurare che non manchi nulla.

Vi è piaciuto questo breve tour all’interno del Digital Park di LG? Fatecelo sapere nel box dei commenti.

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