Tutti contro Iliad: il quarto operatore italiano ha già dovuto affrontare diversi problemi dal suo debutto, e ora è finito nel mirino dei principali sindacati italiani per la questione posti di lavoro.

Al di là di qualche problema tecnico (come la mancata ricezione di alcune chiamate sotto rete 4G e la navigazione all’estero un po’ ballerina), Iliad ha avuto a che fare con lo stop alla campagna pubblicitaria (tornata in TV con qualche piccola modifica) a causa delle segnalazioni da parte dei concorrenti, con i problemi legati alle Simbox e le norme antiterrorismo e persino con le diffide da parte del Codacons. Purtroppo per Iliad, sembra che i grattacapi non siano terminati.

In un modo che ricorda quanto accaduto a suo tempo in Francia con Free Mobile, è stata pubblicata una nota congiunta di tutti i principali sindacati italiani del settore (Slc Cigil, Fistel-Cisl e Uilcom Uil) in cui viene richiesto un incontro con il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il Ministro degli Interni Matteo Salvini per “aprire una istruttoria per verificare le condizioni di lavoro, il rispetto degli impegni che Iliad avrebbe dovuto osservare a seguito dell’autorizzazioni delle Authority e delle leggi dello stato in materia di sicurezza pubblica.”

Nella nota ci si riferisce a Iliad come a un’azienda “virtuale”, anche se in realtà sappiamo bene che l’appoggio alla rete Wind è solo temporaneo e che l’azienda potrà contare su una propria infrastruttura completa:

Iliad ha una struttura occupazionale di circa 200 dipendenti e utilizza per la quasi totalità tecnologie e infrastrutture di altri operatori impegnati ad investire in banda ultralarga e servizi innovativi, con strutture di costi non paragonabili ad un’azienda “virtuale” come l’operatore low cost francese, mettendo a rischio la tenuta occupazionale dell’intera filiera delle telecomunicazioni.”

I sindacati calcano poi la mano ancora una volta sulla questione sicurezza delle Simbox, su cui già era intervenuto l’operatore in passato e già oggetto di critiche. Iliad ha diffuso una nota stampa in risposta alle “accuse” dei sindacati, sottolineando come il suo avvento abbia portato molti posti di lavoro:

Iliad ha creato in pochi mesi un indotto di circa 1.500 posti di lavoro in Italia, tra diretti e indiretti. L’azienda sta sviluppando la propria infrastruttura di rete su tutto il territorio nazionale, pertanto non è e non può essere definito come un operatore virtuale. Si distingue, inoltre, da diversi altri operatori, perché fornisce assistenza agli utenti esclusivamente con strutture e personale localizzati in Italia. Infine, Iliad ribadisce di essere conforme alla normativa sulla sicurezza e di verificare e convalidare l’identità di ogni acquirente come condizione indispensabile e precedente all’attivazione delle SIM.

Insomma, Iliad non riesce a trovare pace in seguito al suo arrivo in Italia. E voi da che parte state? È giusto effettuare tutte le debite verifiche, oppure stiamo andando a cercare il pelo nell’uovo? Diteci la vostra nel solito box dei commenti.

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