Huawei, il secondo produttore al mondo di smartphone nonché uno di quelli cresciuti in maniera più significativa negli ultimi anni, ha da poco presentato i suoi nuovi dispositivi di riferimento Mate 30 e Mate 30 Pro, due modelli in un certo senso storici in quanto i primi a risentire concretamente delle conseguenze del ban degli Stati Uniti e, più in generale, della guerra commerciale USA-Cina. A margine della presentazione dei nuovi flagship Richard Yu, CEO di Huawei, ha risposto alle domande di alcuni giornalisti intervenuti, fornendo alcuni spunti interessanti e soprattutto l’auspicio che la situazione si sblocchi il prima possibile.

Il dirigente di Huawei ha innanzitutto confermato che a bordo di Mate 30 e Mate 30 Pro è presente il sistema operativo Android 10, ma nella sua forma AOSP (Android Open Source Platform), sottolineando la chiara volontà di continuare a lavorare con Google e di ricorrere alla soluzione “fatta in casa” HarmonyOS soltanto nel caso in cui ciò si dovesse rendere necessario a causa del ban degli Stati Uniti. Richard Yu ha poi posto l’accento sugli effetti dannosi della situazione attuale anche per le società statunitensi, suggerendo di tenere separato il discorso sugli smartphone da quello relativo alle infrastrutture di rete e alla sicurezza in materia di 5G.

Quella tra Stati Uniti e Cina è stata definita da Richard Yu come una vera e propria guerra, talmente deleteria per entrambe le parti da auspicare e credere in una soluzione in tempi relativamente brevi. In tutto questo Huawei viene considerata argomento di discussione e associata alla Cina, pur trattandosi di una realtà globale e operativa in oltre 170 Paesi.

Il discorso si è poi spostato sulla questione della mancata presenza dei servizi di Google (GMS) sui due nuovi flagship: Huawei ha usato i propri HMS e lo store App Gallery. Il CEO della compagnia, dopo aver posto l’accento su come tale assenza sia dannosa anche per Google, ha ricordato che alcune app di Google sono presenti sul proprio store e come alcune app siano web-based o possano essere scaricate da altri store. Alcuni utenti, secondo lui, potrebbero installare per conto proprio i servizi di Google scaricandoli da siti terzi e, se da questo punto di vista Huawei non può andare in soccorso degli acquirenti, potrebbero essere invece i rivenditori a occuparsi di installare servizi e app di Google su Mate 30 e Mate 30 Pro.

Sebbene la soluzione attualmente adottata sia Huawei App Gallery, Richard Yu ha confermato che Huawei sta valutando la possibilità di preinstallare o comunque rendere facilmente disponibili anche altri store di applicazioni. Il tutto senza dimenticare che, nel caso in cui la situazione con gli Stati Uniti dovesse risolversi positivamente, il colosso cinese potrebbe intervenire e implementare i servizi di Google immediatamente.

Tornando ad App Gallery e ai Huawei Mobile Services, la compagnia cinese, come ricordato dal suo CEO, ha deciso di investire pesantemente, dando fondo a un miliardo di dollari per invogliare gli sviluppatori a dare una possibilità agli HMS: mentre Google e Apple trattengono il 30 percento, su App Gallery le commissioni sono dimezzate, ciò vuol dire che gli sviluppatori vanno a intascare l’85 percento, contro il 70 percento di Play Store e App Store.

A proposito di singole app, Richard Yu ci ha tenuto a tranquillizzare amanti e utilizzatori abituali di piattaforme social: Facebook, WhatsApp e Instagram, tutte facenti capo a Facebook, continueranno a funzionare senza problemi sugli smartphone Huawei, anche senza i GMS. La compagnia cinese, inoltre, sta seriamente valutando la possibilità di offrire maggiore libertà di personalizzazione agli utenti consentendo lo sblocco del bootloader su Mate 30 e Mate 30 Pro.

Richard Yu si è detto sicuro che la serie Mate 30 avrà successo, pronosticando anche la vendita di oltre 20 milioni di unità. Secondo lui le vendite di Huawei cresceranno in Cina, mentre a livello globale verranno sicuramente influenzate dalla situazione attuale, ma ci saranno comunque tanti utenti che li apprezzeranno anche senza i servizi di Google. L’arrivo dei nuovi flagship in Europa dovrebbe avvenire a partire dal prossimo mese, anche attraverso i vari operatori, anche se i piani sono ancora in via di definizione. Pensando al futuro, a partire dal prossimo anno Huawei si è detta pronta a portare il 5G anche su dispositivi di fascia media ed economica e a commercializzare anche in Europa le sue soluzioni dedicate alla smart home.

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