Secondo le ultime affidabili voci che arrivano oltreoceano, Huawei starebbe riducendo in modo importante la dipendenza da fornitori americani. La motivazione è sempre la stessa, naturalmente, ovvero alla decisione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di inserire il colosso cinese all’interno della cosiddetta “Entity-List” vietando alle imprese a stelle e strisce di poter vendere al brand di Pechino. Gli ultimi aggiornamenti parlano di una mossa decisa di scelta di fornitori alternativi.

Una decisione che andrà a penalizzare però molto più le società che saranno “depennate” da parte di Huawei piuttosto che Huawei stessa. Come raccontato da NikkeiAsia ci si riferisce di nomi grossi del segmento tecnologico (soprattutto dei semiconduttori) come Micron Technology, Qualcomm, Broadcom e Texas Instruments, che vedono nel partner cinese tra le loro più grosse “partite”. Secondo sempre quanto riportato da NikkeiAsia, la fonte avrebbe affermato:

Continueremo a vedere numerosi componenti made in USA in questa metà d’anno, ma nella prossima fino ai tre anni successivi l’obiettivo primario di Huawei sarà quello di organizzarsi per comprendere in modo dettagliato come immaginare un mondo senza fornitori americani“.

Come è ormai ben noto, tutto era iniziato lo scorso Maggio, quando il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti aveva aggiunto Huawei nella lista nera, penalizzando di fatto più le società americane coinvolte che il colosso cinese. Trump era ritornato parzialmente sui propri passi, ammorbidendo la stretta, confermando implicitamente quel che ormai tutti avevano compreso da tempo, ossia che questo blocco faceva parte del grande piano (peraltro promesso durante le presidenziali) di scontro frontale con la Cina.

Ma anche se lo scorso 21 luglio i responsabili di Intel, Qualcomm, Broadcomm e Google avevano ottenuto il via libera commerciale da Trump, questo non dovrebbe cambiare i piani di autarchia di Huawei. E la locomotiva di Pechino non smetterà di accelerare visto che l’obiettivo sarà quello di un bel +30% fino a quota 270 milioni di smartphone per l’anno in corso.

Quali aziende andranno a sostituire i fornitori americani? Componenti per l’alimentazione e per il Wi-Fi un tempo marchiati Skyworks, Qorvo e Broadcom vireranno verso i giapponesi di Murata Manufacturing e i taiwanesi di RichWave. Inoltre sono state potenziate le produzioni in casa e rimane in piedi il discorso del sistema operativo proprietario con la permanenza di Android che in questo momento non sembra a rischio.