Huawei sembra di nuovo essere nei guai con gli USA e i motivi sono molteplici: secondo il Washington Post l’azienda cinese sta aiutando la Corea del Nord a sviluppare la propria infrastruttura di telecomunicazioni da ben 8 anni. Il problema non è solo il fatto che Huawei stia aiutando un paese con un governo dittatoriale ma anche che nel farlo probabilmente ha utilizzando componenti e strumentazioni provenienti da aziende americane, violando così le leggi internazionali riguardo le esportazioni.

Il Washington Post non ha ancora mostrato le proprie fonti, ma sostiene di avere le prove di quanto affermato: i rapporti con la Corea del Nord sarebbero stati portati a termine passando per l’azienda cinese di terze parti Panda International Information Technology. In una breve intervista, un portavoce di Huawei si è limitato ad affermare che non l’azienda non ha alcun tipo di attività commerciale nel paese e non ha nemmeno voluto verificare i documenti in possesso al Washington Post. Quest’ultima linea d’azione è stata condivisa anche dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d’America, che ha però già aperto da tempo un’investigazione su questi fatti, senza scoprire alcuna connessione fra l’azienda cinese e la Corea del Nord dal 2016 in poi.

Nonostante siano sorte queste nuove problematiche, l’amministrazione del presidente Donald Trump ha deciso di concedere a Huawei delle licenze a tempo per quanto riguarda i rapporti commerciali con le azienda americane: in questo modo il colosso cinese potrà intraprendere compravendite di componenti con compagnie come Qualcomm, Micron, Google, Intel, Cisco e Broadcom, che hanno richiesto di poter continuare a collaborare con Huawei.

Nel frattempo si hanno nuove notizie dalla divisione statunitense di Huawei per la ricerca e lo sviluppo, Futurewei: ben il 70% dei suoi 850 dipendenti sta per essere licenziato. Uno di loro a dichiarato che le attività dell’azienda sono ferme dal 17 maggio, quando Huawei ha chiesto ai lavoratori di caricare tutti i dati nel proprio cloud, poco prima del ban di Trump.