In occasione di un’intervista concessa a Yahoo Finance, il fondatore e CEO di Huawei ha confermato che il produttore continuerà a rifornirsi dalle aziende statunitensi se il governo USA lo consentirà.

Ren Zhengfei ha precisato che, sebbene la gamma Kirin abbia già una soluzione di chip completa, Huawei ha ancora acquistato 50 milioni di processori da Qualcomm l’anno scorso e anche nel 2019 questa collaborazione proseguirà, avendo il produttore in progetto di spedire 270 milioni di smartphone.

Per quanto riguarda gli smartphone, le serie di prodotti di fascia medio-alta di Huawei da tempo adottano i chip Kirin mentre per quelli entry level e di fascia media si continuerà a puntare su Qualcomm (per esempio, la serie HONOR 8X, che ha venduto oltre 15 milioni di unità, usa Snapdragon 636 e Snapdragon 660).

Per gli smartwatch e i notebook il colosso cinese fino a questo momento ha puntato sui processori forniti da Qualcomm e Intel e così spera di continuare a fare.

Non c’è da stupirsi se Huawei, pur avendo propri processori, decida di usare quelli di altre aziende: l’industria dei chip è caratterizzata da soglie tecniche elevate, rapidi progressi e una forte concorrenza e nessuna azienda può garantire che ogni generazione avrà successo. Pertanto, è pratica comune nel settore non mettere “troppe uova” nel proprio paniere.

E sempre a proposito del colosso cinese, lunedì il Presidente statunitense Donald Trump ha incontrato i CEO di sette aziende tecnologiche e, stando al comunicato ufficiale, le parti hanno concordato la necessità che le decisioni sulla concessione di eventuali licenze temporanee da parte del Dipartimento del Commercio con Huawei siano tempestive.

Alla riunione hanno partecipato i CEO di Micron Technology Inc, Western Digital Corp, Qualcomm Inc, Google Alphabet Inc, Cisco Systems Inc, Intel Corp e Broadcom Inc.