Huawei Mate 20 Pro, forte della sua scheda tecnica mostruosa con chipset Kirin 980, display AMOLED da 6,39 pollici, un comparto fotografico da primo della classe (per lo meno quanto a completezza e flessibilità) ed una batteria da ben 4.200 mAh, è senza dubbio uno degli smartphone Android più in vista del momento ed il recente teardown eseguito da iFixit ci permette di conoscerlo un po’ meglio anche internamente.

A dirla tutta non si tratta del primo teardown a cui il nuovo flagship di Huawei viene sottoposto, ma ciò rende questo nuovo test ancora più interessante. Una volta aperto, Mate 20 Pro rivela una serie di dettagli degni di nota, a partire dal sistema di ricarica wireless bi-direzionale e dalla scheda madre, la quale si fa notare per le sue dimensioni particolarmente contenute, al punto tale che potrebbe tranquillamente entrare in uno smartphone molto più piccolo come ad esempio un iPhone 4. Ciò ha consentito a Huawei di lasciare più spazio a disposizione delle batteria di Mate 20 Pro che, coi suoi 4.200 mAh, tiene alto il nome della serie Mate.

In secondo luogo il teardown di iFixit conferma che il notch di Mate 20 Pro è decisamente più grande di quello del Mate 20 perché ospita un sistema di riconoscimento del volto più complesso e sicuro: si tratta di un sistema 3D simile a quello dell’iPhone X di Apple. Un altro dettaglio interessante riguarda il sensore di impronte digitali che, com’è noto, nel top di gamma Huawei è integrato sotto al display. Il sensore utilizzato da Huawei  è prodotto da Goodix ed apparentemente è lo stesso di OnePlus 6T, ben diverso dai sensori di impronte digitali capacitivi visti in precedenza. Il sensore di Mate 20 Pro, infatti, si serve della luce del display per catturare un’immagine dell’impronta dell’utente e confrontarla con i dati salvati precedentemente.

Da una parte a Huawei, diversamente da Google, viene riconosciuto il merito di aver utilizzato componenti modulari, che rendono le operazioni di riparazione di Mate 20 Pro più facili. Ciò vale ad esempio per la porta USB-C, collegata alla scheda madre da un largo cavo flex. La sostituzione della batteria risulta a sua volta facile: è sufficiente rimuovere il frame e la batteria stessa.

Il punteggio dato da iFixit è basso, appena 4 su 10 ed è ormai una triste consuetudine degli smartphone con vetro davanti e dietro, tenuti insieme da abbondante materiale adesivo. Se da una parte va elogiata la scelta di componenti modulari, dall’altra un’eventuale riparazione del display renderebbe necessario sostituire anche il sensore di impronte, con un inevitabile aumento dei costi da sostenere.

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