Huawei ha promesso di diventare indipendente dai produttori americani nel volgere di pochi anni e sta in qualche modo iniziando a fare pulizia. Tra le “vittime” ci sono FedEx e Flextronics, mentre Xilinx chiede una deroga per aumentare le spedizioni.

Caso FedEx

Dopo i casi segnalati nelle scorse settimane, con Huawei che accusava FedEx di aver “dirottato” alcuni pacchi contenenti documenti, nuove indagini mostrano che la situazione è decisamente più complessa con il corriere americano che starebbe trattenendo un centinaio di pacchi, impedendone l’ingresso in Cina.

Gli investigatori avrebbero inoltre scoperto ulteriori prove relative ad altre violazioni da parte di FedEx nei confronti di Huawei. Le indagini sono ancora in corso e potrebbero portare a ulteriori clamorosi sviluppi.

Gli “ostaggi” di Flextronics

A quanto pare FedEx non è la sola compagnia a tenere in ostaggio prodotti Huawei. Lo stesso comportamento è stato tenuto da Flextronics, titolare della più grande fonderia di chip EMS dopo quella di Foxconn. negli ultimi anni la compagnia americana ha ricevuto ordini per circa 2,5 miliardi di dollari all’anno, una cifra non certo indifferente, a fronte di un fatturato di circa 62 miliardi di dollari.

Eppure la compagnia non si è fatta scrupoli verso uno dei suoi migliori clienti, bloccando lavorazioni e consegne per conto di Huawei all’indomani dell’ordine esecutivo con cui il colosso cinese è stato inserito nella Entity List. Per alcune settimane Flextronics ha bloccato oltre 100 milioni di dollari di materiale e attrezzature, e le ha restituite solo a metà giugno.

La risposta di Huawei non si è fatta attendere e ha segnato la fine della collaborazione con la cancellazione di tutte le trattative commerciali tra le due società.

Xilinx rimane fedele

Per due compagnie che non si sono comportate in maniera professionale, c’è invece un produttore, Xilinx, che è intenzionato a proseguire la collaborazione. Dopo aver ripreso le transazioni commerciali nel rispetto dei limiti imposti dal governo USA, Xilinx ha avviato nuove trattative con il Dipartimento del Commercio, per ottenere una licenza in grado di garantire la possibilità di commerciare una maggior quantità di prodotti, anche se non l’intera gamma della propria produzione.