Nel corso di una intervista rilasciata a Phonearena, il presidente del Consumer Business Group di Huawei in Europa occidentale Walter Ji ha confermato l’impegno della propria compagnia con Android. Tutto questo mentre il governo USA sembra contraddire le proprie affermazioni e chiede la cancellazione di una azione legale.

Nonostante le difficoltà delle ultime settimane, che hanno portato molti esperti e analisti a pensare che a breve Huawei lancerà un proprio sistema operativo, Hongmeng OS, abbandonando Android, Walter Ji sottolinea il fatto che dal colosso cinese non è arrivata nessuna conferma a riguardo.

Negli ultimi dieci anni Huawei ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo di Android, cercando nuove soluzioni per proporre innovazioni ai propri utenti. Solo lo scorso anno sono stati investiti oltre 15 miliardi di dollari, oltre 13 miliardi di euro, in ricerca e sviluppo, una cifra superiore a quella della maggior parte della concorrenza.

A questo proposito Huawei afferma di aver perso l’interesse nel superare Samsung in termini di smartphone venduti, preferendo concentrarsi sull’innovazione per offrire soluzioni più evolute. Il 5G è uno dei fattori chiave che permetteranno una crescita esponenziale nelle potenzialità dei nuovi dispositivi, ma ci vorrà ancora qualche anno affinché la tecnologia sia sufficientemente diffusa da diventare redditizia.

Walter Ji non chiude al mercato USA, affermando che in caso di revoca del ban Huawei sarebbe pronta a portare i propri dispositivi sul mercato americano, ma dovrà necessariamente cambiare molto.

Dal canto suo il governo USA sembra navigare in un mare ricco di contraddizioni, Dopo aver promesso la ripresa delle vendite di materiale tecnologico a Huawei, l’amministrazione Trump non ha completato i necessari passaggi burocratici ma è riuscita a trovare il tempo per chiedere alla corte federale del Texas di annullare l’azione legale promossa da Huawei contro il governo USA.

Il colosso cinese aveva avviato a marzo una causa in merito alla legge che impedisce agli organi federali di acquistare prodotti Huawei, affermando che tale legge viola la costituzione americana, visto che esclude un gruppo o un individuo senza alcun processo.

Dal canto suo il Dipartimento di Giustizia afferma che non si tratta di una punizione ma di una forma di protezionismo per impedire alla Cina di avere accesso a informazioni riservate. I legali del Dipartimento proseguono affermando che da anni negli USA è in corso una campagna contro Huawei, accusata di collusione con il governo cinese.

La legge in questione, secondo i legali, “non è una condanna a morte per Huawei né impedisce a Huawei di impegnarsi nel proprio lavoro”. Scopriremo nei prossimi giorni se la corte texana accoglierà la richiesta del governo o se darà corso all’azione legale per fare maggiore chiarezza sulla vicenda.