I botta e risposta fra Huawei e l’occidente non accennano a terminare. Dopo mesi di polemiche del governo USA e dopo i divieti arrivati dall’Australia, anche le autorità britanniche hanno dimostrato di nutrire alcuni dubbi sulla sicurezza delle apparecchiature 5G del colosso di Shenzhen.

Ora, dopo il recente contrattacco di Huawei in tribunale contro una supposta incostituzionalità del divieto di utilizzare i prodotti del brand da parte di agenzie e appaltatori federali statunitensi, membri importanti della società cinese indirizzano considerazioni pubbliche al governo USA.

Fra questi c’è Guo Ping, il presidente di turno di Huawei, che senza mezzi termini nelle scorse ore ha dichiarato a CNBC come la condotta degli Stati Uniti denoti un atteggiamento da perdente che malceli una difficoltà a competere con la compagnia cinese.

“The U.S. government has a loser’s attitude. It wants to smear Huawei because it cannot compete against us.”

Una dichiarazione forte alla quale il presidente aggiunge che, nonostante tutto, saranno i clienti a decidere se acquistare o meno i telefoni dell’azienda, al di là di ingerenze di questo tipo. E conclude dicendo poi che, a suo dire, i Paesi che sceglieranno di lavorare con Huawei troveranno solo vantaggi di rilievo nella crescita dell’economia digitale.

Comunque, fra interdizioni e critiche varie, sta di fatto che le ultime statistiche pubblicate una manciata di ore fa parlano chiaro: le entrate di Huawei hanno oltrepassato la soglia dei 100 miliardi di dollari nel 2018 per un aumento delle vendite che ha sfiorato il 20% rispetto all’anno precedente. E questa tendenza non accenna affatto a cambiare, nonostante tutto.

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