Mentre Google continua a lavorare a stretto contatto con Huawei, nel tentativo di trovare un modo per continuare a fornire Android al colosso cinese, il CEO e fondatore Ren Zhengfei torna a parlare del blocco delle vendite alla propria compagnia, giudicando poco saggia la scelta dell’amministrazione Trump.

È Kevin Ho, presidente della divisione handset, a sottolineare come Google stia lavorando per poter continuare a fornire Android alla compagnia cinese. In questo senso ci sono stati numerosi incontri nei quali sono state discusse numerose possibilità di collaborazione, anche se da parte del colosso californiano non ci sono state dichiarazioni ufficiali.

È invece più esplicito Ren Zhengfei, CEO e fondatore di Huawei, che nel corso di una intervista rilascia a Yahoo Finance torna sulla questione della Entity List, che impedisce al colosso cinese di acquistare prodotti dalle compagnie americane. Secondo il CEO la mossa del governo USA è volta a limitare l’ascesa tecnologica di Huawei, e si basa sul nulla.

Il fondatore non si ferma però, dimostrandosi una volta tanto polemico nei confronti di una decisione non supportata da alcun fatto concreto:

Non abbiamo alcuna rete negli USA e non abbiamo intenzione di vendere alcun prodotto 5G in quel Paese. Trump non ha niente contro di noi e spera di utilizzare Huawei come pedina di scambio, ma la Cina non sembra intenzionata ad accettarla.

Nonostante abbiano super computer e grandi capacità di connessione, gli USA rischiano di restare indietro perché non hanno connessioni super veloci.”

Zhengfei ricorda che il blocco delle vendite a Huawei comporterà un calo dei profitti per numerose compagnie americane, con tagli al personale e perdita di posti di lavoro. La stessa compagnia cinese ha tagliato il personale della sussidiaria americana dedicata alla ricerca e sviluppo, nella quale contava di investire oltre 600 milioni di dollari. Nonostante tutto Zhengfei è convinto che la propria compagnia sarà in grado di spedire almeno 270 milioni di smartphone nel 2019, un numero maggiore rispetto a quanto preventivato a inizio anno.

Resta quindi molto delicata la situazione, nonostante i primi segnali di distensione che a quanto pare saranno osteggiati dal Congresso USA, pronto a contrastare la rimozione, seppur parziale, del blocco delle vendite.