Oltre un anno dopo aver ricevuto una serie di reclami da gruppi per i diritti dei consumatori in tutta Europa, il principale regolatore di dati di Google nel vecchio continente ha finalmente aperto un’indagine formale sull’elaborazione dei dati sulla posizione da parte del colosso della tecnologia.

Il DPC (Data Protection Commission) ha avviato un’indagine legale di propria volontà relativamente a Google Ireland Limited con lo scopo di stabilire se Google dispone di una base giuridica valida per l’elaborazione dei dati sulla posizione dei suoi utenti e se soddisfa i suoi obblighi in qualità di responsabile del trattamento dei dati in materia di trasparenza.

Il BEUC, un gruppo ombrello per i gruppi europei per i diritti dei consumatori, ha affermato che le denunce sul rilevamento della posizione “ingannevole” sono state archiviate nel novembre 2018, diversi mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) a maggio 2018 e non è chiaro il motivo per cui il DPC abbia impiegato così tanto tempo per elaborare i reclami e determinare che deve indagare formalmente.

Il BEUC sostiene che i gruppi per i diritti dei consumatori sono preoccupati per il modo in cui Google raccoglie informazioni sui luoghi che le persone visitano, le quali potrebbero garantire alle compagnie private (inclusa Google) il potere di trarre conclusioni sulla personalità, religione o orientamento sessuale e altri dati profondamente personali che riguardano i consumatori.

Le denunce vertono sul fatto che il consenso nell’accettare impostazioni che invadono la privacy degli utenti richiesto dal gigante della tecnologia sia piuttosto ingannevole e il BEUC si aspetta che il DPC indaghi sulle pratiche di Google dal momento dei loro primi reclami e non solo da oggi, in quanto i consumatori non dovrebbero essere sotto sorveglianza commerciale.

A circa 20 mesi dall’entrata in vigore del GDPR (maggio 2018), il regolatore non ha emesso nemmeno una decisione in merito ai casi di tecnologia di grandi dimensioni.

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