Non si può certo dire che i primi giorni di commercializzazione di Google Pixel 2Google Pixel 2 XL siano stati positivi. Numerose segnalazioni, riguardanti in particolar modo lo schermo, stanno creando parecchi grattacapi al colosso di Mountain View.

Google Pixel 2 XL in particolare sembra soffrire di un effetto gelatina, che abbiamo chiamato black smear, di una elevata variazione dei colori a diverse angolazioni ma, soprattutto, dei colori che appaiono decisamente smorti. Il problema in realtà non è dovuto al pannello OLED utilizzato, quanto piuttosto a una scelta di Google che non sembra essere propriamente azzeccata.

Con Android 8.0 Oreo Google ha concesso agli sviluppatori di “giocare” con gli spazi colore e con i gamut. I primi sono delle raccolte di colori mentre i gamut sono riferiti all’intervallo di colori che possono essere riprodotti. Con Android Oreo, Google permette agli sviluppatori di utilizzare tre tipi di gamut, mentre non c’è una definizione chiara relativa agli spazi colore.

Il gamut Low può essere assimilato al classico sRGB, quello HDR è molto simile a HDR10 mentre il gamut wide è più vicino a DCI-P3, AdobeRGB o Pro Photo RGB. Per sfruttare i gamut a disposizione le applicazioni devono contenere una dichiarazione esplicita nel file manifest o devono impostare il gamut al lancio dell’attività, altrimenti viene applicato il gamut low.

In questo modo i colori appariranno decisamente più smorti, almeno sui pannelli OLED, dando agli utenti un’impressione negativa. Il problema è che Google, che ha introdotto la novità con Oreo, non sta dando l’esempio alla comunità degli sviluppatori. Nessuna delle principali applicazioni di Big G infatti è stata adattata alle nuove richieste di Oreo, nemmeno Google Foto, dedicata proprio alle immagini.

È probabile che con i prossimi aggiornamenti Google introduca in Oreo la possibilità di ignorare l’impostazione di default e settare il gamut preferito, per ottenere il miglior risultato visivo. Nell’attesa lo sviluppatore Carlos Lopez, che ha curato l’approfondimento che vi abbiamo proposto, ha sviluppato Oreo Colorizer, un’applicazione che non richiede lo sblocco dei permessi di root e permette di risolvere il problema.

L’app infatti forza il passaggio a un gamut di tipo wide con uno spazio colore DCI-P3, funzionante in tutte le applicazioni, launcher compreso. Sono disponibili una modalità Standard, che si aggiorna solo quando cambia l’immagine a schermo, e una High Performance che forza il cambio dello spazio colore ad ogni singolo frame. Qui sotto potete vedere un paio di  brevi filmati che mostra il risultato ottenibile con Oreo Colorizer, che può essere scaricato da questo indirizzo.

Abbiamo testato l’applicazione sul nostro Google Pixel 2 XL, ma sembra che dopo alcuni minuti di utilizzo le animazioni inizino a risultare più scattose, segno che ci sono ancora miglioramenti da apportare per rendere davvero efficace la soluzione proposta.