Una nuova tegola si abbatte su Google, colpita ancora una volta dalla Commissione Europea. A finire nel mirino della commissione, guidata da Margrethe Vestager, è legata alla piattaforma AdSense di Google, che è stata utilizzata dal colosso californiano per dominare il mercato dell’advertising.

La sanzione ammonta a 1.49 miliardi di dollari (circa 1,3 miliardi di euro) e va a sommarsi alle due grosse sanzioni già emesse negli scorsi anni, legate ad Android e a Google Shopping, per un totale che ha ampiamente superato i 9 miliardi di dollari complessivi. Vestager è stata molto chiara sulle cause che hanno portato alla sanzione:

La Commissione ha verificato oltre 200 accordi, trovando almeno una clausola che ha danneggiato la concorrenza. Non c’era ragione per includere questa clausola restrittiva, se non quella di tenere la concorrenza al di fuori del mercato. Google ha abusato della propria posizione dominante per impedire ai siti web di usare sistemi di broker diversi dalla piattaforma AdSense.

Secondo le ricerche portate avanti dalla Commissione, Google richiede che AdSense sia il solo sistema di ricerca di offerte, impedendo ai siti di terze parti di utilizzare sorgenti diversi per le proprie pubblicità. Google sarebbe solita chiedere un numero minimo di banner legati alle ricerche, con un piazzamento privilegiato, e previa approvazione in caso di modifiche.

Secondo la Commissione Europea questo comportamento ha ridotto le possibilità di scelta da parte del mercato, rallentando drasticamente l’innovazione e la possibilità, da parte dei siti di terze parti, di investire in nuovi servizi. Al momento Google non ha fornito alcun comunicato ufficiale, ma è probabile che nei prossimi giorni arrivi una risposta.