La lunga guerra che da quasi un decennio vede coinvolte Oracle e Google non sembra destinata al finire e si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. La battaglia si sposta in Australia, dove Oracle ha depositato un documento presso la Australian Competition and Consumer Commission nel quale chiede al governo un intervento per dividere Ricerca Google dal resto della compagnia.
In un documento di 17 pagine Oracle parla di Profilo Ombra, un ipotetico sistema di sorveglianza che andrebbe a tenere traccia degli interessi segreti e degli hobby degli utenti, inclusi i dettagli più intimi delle loro vite. Tracciando gli spostamenti degli utenti Google sarebbe dunque in grado di ricostruire le nostre vite, creando un dossier preciso per ognuno, in modo da poter vendere pubblicità mirate e realizzate quasi su misura.
Secondo Oracle questa pratica costerebbe agli utenti circa 1 GB di traffico dati al mese, ma Google ha seccamente smentito l’accusa. La raccolta dati avverrebbe senza che gli utenti siano stati messi a conoscenza del fatto, in modo nascosto.
Oracle raccomanda alla ACCC di verificare se il comportamento di Google sia discriminatorio nei confronti delle altre piattaforme di advertising, favorendo il proprio sistema, e di verificare il sistema di ranking delle notizie e dei contenuti giornalistici.
News Corp Australia rincara la dose, suggerendo di costringere Google a vendere la parte Ricerca, in modo da limitare il predominio nel mercato delle ricerche e dell’advertising online. Secondo la compagnia australiana la misura si rende necessaria vista la posizione di assoluto potere esercitata da Big G, sia nei confronti delle testate giornalistiche sia nei confronti degli inserzionisti.
La drastica misura dovrebbe dunque essere suggerita al governo australiano e dovrebbe essere limitata esclusivamente a Google. Per il momento il colosso californiano non ha rilasciato alcun commento sulla vicenda, ma è probabile che ne sentiremo parlare nuovamente a breve,