Sono bastati pochi giorni a Google per dare un grosso segnale di apertura e per cercare di accelerare lo sviluppo tecnologico; tra il 12 e il 14 marzo, infatti, il colosso di Mountain View ha annunciato di aver reso open-source tre tecnologie davvero molto interessanti: parliamo di Maps, Resonance Audio e DeepLab-v3+, quest’ultima meglio conosciuta come la tecnologia dietro alla modalità ritratto dei nuovi Pixel 2.

Procediamo con ordine, partendo da Google Maps: il sempreverde servizio di mappe di BigG apre oggi le porte al mondo degli sviluppatori di videogiochi, e in particolare a quelli interessati allo sviluppo di titoli basati sul mondo reale (come ad esempio Pokémon GO); giochi di questo tipo sono attesi in massa nel prossimo futuro, alcuni dei quali sono stati già annunciati come The Walking Dead, Jurassic World e Ghostbuster World (tutti e tre questi titoli saranno frutto di una partnership con Google nel campo delle mappe).


La nuova piattaforma con le porte aperte di Maps prevede tre principali novità: innanzitutto, gli sviluppatori che prenderanno parte al progetto potranno avere accesso ai dati real time di Google Maps; inoltre Google ha messo a punto un SDK dedicato a Unity, uno dei più usati game engine, per facilitare l’incorporazione delle mappe all’interno dei titoli. Oltre a ciò, Google ha anche creato un’API per aiutare gli sviluppatori a realizzare esperienze videoludiche collegate con il mondo reale (ad esempio nell’inserire punti di interesse del gioco nel giusto posto nel mondo reale).

Maggiori dettagli saranno comunque esposti da Google alla prossima Game Developers Conference di San Francisco.

Altra fresca tecnologia open source è DeepLab-v3+, ovverosia l’ultimo e miglior semantic image segmentation model sviluppato da Google; questo task si basa sull’assegnazione di un’etichetta ad ogni pixel dell’immagine, permettendo di realizzare effetti come quelli visti nei nuovi Pixel 2 con la modalità ritratto. L’argomento è ovviamente estremamente tecnico, ma di certo l’apertura decisa da Google potrà permettere ad altri interessati in ambito accademico o industriale di avere una base solida per nuove applicazioni o da cui partire per futuri sviluppi.

L’ultima tecnologia made in Google che diventa open source è Resonance Audio, ovvero l’SDK dedicato all’audio spaziale sviluppato per migliorare la percezione uditiva nelle applicazioni di realtà virtuale o aumentata. La decisione di aprire questa tecnologia creando un open source spatial audio project si coniuga con il tentativo da parte di Google di invogliare sempre più sviluppatori ad adottare tecnologie di audio immersivo. Anche in questo caso si tratta di un argomento abbastanza tecnico e a tutti gli interessati consigliamo di approfondire leggendo direttamente il post ufficiale pubblicato da Google.

Che ne dite di questa piccola svolta intrapresa da Google?