Google potrebbe esigere un pagamento da parte di alcuni produttori di smartphone cinesi, tra cui Huawei, Xiaomi e ZTE. Questo è quanto sarebbe stato dichiarato dall’account ufficiale di Android su Twitter: usiamo il condizionale perché il tweet sarebbe stato rimosso pochi minuti dopo la pubblicazione e potrebbe dunque trattarsi di un errore o di un falso.

Ma perché Google dovrebbe battere cassa a questi produttori cinesi? Tutto potrebbe essere legato alla Commissione Europea, che ha multato Big G di più di 4 miliardi di euro per la violazione delle norme antitrust dell’UE e per abuso di posizione dominante sul mercato dei dispositivi Android.

Tra le attività contestate vi sarebbe quella che prevede il pagamento ai vari produttori di somme per includere il suo motore di ricerca come predefinito nei loro dispositivi. In aggiunta, Google avrebbe preteso l’installazione di app come ricerca Google e Chrome come condizione per le licenze del Play Store e impedito ad alcuni produttori di utilizzare versioni di Android non approvate.

In seguito a quanto stabilito dalla Commissione, Google ha quindi dovuto aggiornare i suoi accordi di compatibilità regionale per consentire ai produttori di separare i servizi chiave dal sistema operativo. Per separare alcuni di questi servizi, come ad esempio il Play Store, è necessario il pagamento di una tassa di licenza, non richiesto a coloro che includono app come ricerca Google e Chrome.

A giudicare dal tweet, sembra dunque che dal terzo trimestre 2019 Google abbia intenzione di iniziare a chiedere pagamenti da alcuni produttori cinesi, tra cui Huawei, Xiaomi e ZTE (apertamente nominati). Sempre che ciò corrisponda a realtà, non è comunque chiaro se tali addebiti riguarderanno effettivamente solo i dispositivi venduti all’interno dell’Unione Europea.