A partire da Android 8.0 Oreo, con l’introduzione di Project Treble, Google ha cercato di trovare una valida soluzione all’annoso problema della frammentazione di Android, con la versione più recente che fatica ad arrivare sui vecchi dispositivi.

Nel corso degli anni le cose sono cambiate, fino ad arrivare a Project Mainline che con Android 10 permette di aggiornare più rapidamente alcune componenti di sistema. E con Google Play è più semplice rilasciare nuove funzionalità, come nel recente caso dell’API Exposure Notificaton, che ha raggiunto oltre due miliardi di smartphone Android in appena quattro settimane.

I risultati danno ragione a Google, visto che nei primi 5 mesi Android 10 era già installato su oltre 100 milioni di dispositivi e la crescita è stata molto veloce anche nei mesi successivi, superando orma la quota di 400 milioni. Con Android 11 Google si prepara a introdurre altre novità allo scopo di accelerare ulteriormente la diffusione della versione più recente del proprio sistema, insieme a tanti piccoli aggiornamenti.

Con Android 11 sono sette i produttori che hanno già rilasciato una versione beta su 13 dispositivi per offrire una panoramica maggiore agli sviluppatori di applicazioni. Sono ora 21 i componenti di sistema aggiornabili tramite Google Play, di cui 9 grazie all’aggiornamento ad Android 11.

In particolare sarà più veloce l’aggiornamento di Tethering, NNAPI (Neural networks API), Cell Broadcast Receiver, adbd, Internet Key Exchange, Media Provider, statsd, WiFi ed estensioni SDK. Dopo aver rilasciato le GSI (Generic System Image) arrivano ora le GKI (Generic Kernel Image) in grado di funzionare su qualsiasi dispositivo Android, per velocizzare lo sviluppo di aggiornamenti di sicurezza.

Infine, e questa è la novità più importante, arriva Virtual A/B. A partire da Android Nougat Google ha introdotto il seamless update che grazie a due partizioni di sistema rendeva gli aggiornamenti più veloci. l’update veniva infatti installato in background mentre l’utente continuava a usare il sistema ed era sufficiente un semplice e veloce riavvio per avere le novità a disposizione.

Con Android 11 viene introdotto il Virtual A/B, che non richiede il doppio della memoria riservata al sistema, ma una partizione virtuale per l’aggiornamento OTA. Google sta lavorando a stretto contatto con i produttori per l’implementazione del nuovo sistema, che in un prossimo futuro sarà l’unico adottato per gli aggiornamenti OTA.

Diremo dunque addio a soluzioni proprietarie sviluppate da ogni produttore, che rendono più complicata la procedura e la diffusione degli aggiornamenti. E queste sono solo alcune delle novità alle quali sta lavorando il team Android, con molte altre in cantiere che scopriremo nei prossimi mesi.