Durante l’ultimo podcast di Android Developers Backstage sono venuti fuori alcuni dietro le quinte interessanti sui Pixel. A raccontarle le voci di Michael Wright del team Android Framework, Chet Haase del team Android Developer Relations e Romain Guy del team Android Toolkit.

Google Pixel 3 con display da 120 Hz: ci si è andati davvero vicini

Gli uomini di Google hanno ammesso come l’idea di puntare su display ad alto refresh rate fosse circolata già nel 2018. Per varie ragioni Google Pixel 3 avrebbe dovuto avere un display LCD e non OLED, scelta che su un top di gamma sarebbe stata vissuta come un autogol dagli appassionati. “Beh, e se non abbiamo un OLED allora cosa facciamo?”, ammettono di essersi chiesti a Mountain View.

Tra le soluzioni quella di commissionare a Sharp un LCD da 120 Hz per il piccolino della linea Pixel 3. Se ne è discusso, ma la scelta finale – non sappiamo per quali ragioni – è ricaduta su un classico OLED da 60 Hz. Comunque, aggiungiamo noi, non sarebbe stata una mossa “alla Google” quella di far differire notevolmente la variante piccola dalla XL.

I problemi dei 90 Hz sui Google Pixel 4

L’idea del display ad alto refresh rate è stata tenuta in caldo per Google Pixel 4 e Pixel 4 XL, che utilizzano due OLED da 90 Hz. La frequenza con cui il touchscreen traccia il movimento del dito sullo schermo è però di 120 Hz quando invece i 180 Hz sarebbero stati più indicati.

Google ha provato a procedere in questa direzione ma è stato più ostico del previsto: lo sviluppo si è rivelato complesso, senza considerare che i 180 Hz avrebbero avuto un impatto notevole sull’autonomia dei due smartphone.

Per queste ragioni i Pixel 4 campionano i tocchi a 120 Hz e si affidano al ricampionamento di Project Butter introdotto con Android 4.1, che interpola e prevede movimenti e tocchi sullo schermo. Tuttavia è in cantiere una nuova tecnica chiamata late-latching che dovrebbe migliorare ulteriormente l’esperienza d’uso.

Gli automatismi di Android 10

Su Android 10, Google ha anche considerato di regolare la luminosità del display in base all’app: è abitudine diffusa quella di aumentare luminosità nelle app di foto e video, dunque Android avrebbe potuto farlo automaticamente. Ma secondo Google gli utenti non avrebbero accettato di buon grado questa “intromissione” per cui l’idea è stata accantonata.

L’aumento automatico della luminosità è stato tuttavia varato per la visualizzazione dei contenuti in HDR durante la quale il display sprigiona 600-700 nits, circa gli stessi che sarebbero necessari per garantire un’ottima leggibilità sotto la luce del sole. Google però in questi frangenti ha preferito una soluzione meno radicale per tenere lontani i fenomeni di burn-in.