Google Home Hub è il primo smart display del colosso di Mountain View, un dispositivo che pare sia stato accolto con grande favore sia dagli addetti ai lavori che dagli appassionati di tecnologia.

A caratterizzare Google Home Hub vi è la decisione del produttore di non basarlo su Android ma sulla piattaforma Google Cast, scelta dettata dalla maggiore familiarità dell’azienda con tale soluzione e che, a dire del ricercatore di sicurezza Jerry Gamblin, potrebbe esporre il dispositivo ad alcune potenziali vulnerabilità.

Secondo Gamblin, infatti, lo smart display di Google può essere controllato a distanza utilizzando un’API non protetta originariamente scoperta per Chromecast e Google Home: il ricercatore è stato in grado di trasformare queste informazioni a suo vantaggio e utilizzare un prompt dei comandi per fare riavviare il suo Google Home Hub.

La risposta ufficiale da parte del colosso di Mountain View non si è fatta attendere molto e tranquillizza gli utenti, spiegando che tali dispositivi sono realizzati con un sistema che permette che venga usato solo il codice autenticato da Google e aggiungendo che le API di cui parla Gamblin sono utilizzate dalle app per dispositivi mobile per configurare il dispositivo e sono accessibili solo quando tali applicazioni e il device Google Home si trovino sulla stessa rete Wi-Fi.

A dire di Google, in sostanza, le informazioni dell’utente non sono a rischio.