Lo scorso luglio alcuni senatori statunitensi hanno inviato a Google una lettera con cui chiedevano informazioni sulla pratica di consentire agli sviluppatori di app di terze parti di accedere alle e-mail dei propri utenti.

A distanza di qualche mese il colosso di Mountain View ha deciso di rispondere, confermando che consente a terze parti di accedere ai dati di Gmail, precisando che si tratta di una pratica resa nota dalla società con un post sul proprio blog all’inizio di quest’anno.

Tuttavia, ha aggiunto il colosso di Mountain View, prima che uno sviluppatore possa accedere ai dati di un utente Gmail, deve ottenere il suo consenso e deve garantire una politica sulla privacy che spieghi in modo dettagliato come verranno utilizzati tali dati.

Google ha aggiunto che gli sviluppatori possono anche condividere i dati con terze parti fino a quando sono trasparenti con gli utenti su come stanno usando le loro informazioni.

I senatori hanno chiesto a Google come monitora la conformità delle app alle sue regole e Susan Molinari, Vice Presidente del colosso statunitense, ha risposto che l’azienda utilizza l’apprendimento automatico per effettuare tale controllo.